Archive for Giugno, 2020

Coronavirus, cabine di sanificazione all’aeroporto Internazionale di Napoli: è il primo in Italia ad averle installate

martedì, Giugno 30th, 2020

L’ Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino è il primo aeroporto italiano ad essersi dotato di #cabinedisanificazione.
Sanitationbooth è lieta di annunciare che ieri è terminato il montaggio di due cabine presso l’area partenze. Le prime due cabine, che sono state montate il 24 giugno, sono state posizionate nell’area partenze. Il viaggiatore passa attraverso il dispositivo – dal quale viene spruzzato lo spray igienizzante – e dopo pochi secondi può proseguire il suo percorso.

TGCOM

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Salvini a Mondragone: alta tensione e striscioni contro il leader della Lega, costretto a interrompere il comizio

martedì, Giugno 30th, 2020

Clima di altissima tensione a Mondragone dopo l’arrivo di Matteo Salvini, giunto nella cittadina del litorale casertano per un comizio. Decine di contestatori – attivisti di centri sociali e componenti di associazioni locali – hanno impedito al leader di continuare l’intervento presso il gazebo della Lega all’esterno della mini zona rossa istituita una settimana fa per la presenza di un focolaio di Covid-19 tra i residenti delle cosiddette palazzine ex Cirio. I manifestanti lo hanno contestato al grido di ‘sciacallo’ e gli hanno lanciato contro dell’acqua. Le forze dell’ordine hanno cercato di allontanare i contestatori usando anche i manganelli. E’ stato poi annullato il secondo appuntamento della visita. 

Giunto a Mondragone tra le polemiche (“Dove può acuire i contrasti, lì arriva lui”, è stato il commento di Roberto Saviano) e dopo un interminabile pomeriggio di scaramucce tra i manifestanti e i sostenitori leghisti, Salvini ha provato a prendere la parola, ma il suo comizio è durato un paio di minuti. Poi le intemperanze della piazza hanno avuto la meglio, malgrado un paio di robusti interventi delle forze dell’ordine, in cui un ragazzo è rimasto ferito alla testa.

Il clima era già teso prima dell’arrivo di Salvini – alle 19 – come testimoniano gli striscioni esposti ad alcuni balconi della zona rossa. “Volevo parlare con le persone perbene che sono tante e non meritavano quei quattro delinquenti che evidentemente preferiscono l’illegalità e la camorra ai cittadini perbene”, ha detto l’ex vicepremier dopo i tafferugli. 

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Ottenuta in Italia la prima protesi liquida della retina

martedì, Giugno 30th, 2020

E’ stata messa a punto in Italia la prima protesi liquida della retina. E’ formata da una soluzione acquosa in cui sono sospese nanoparticelle fotoattive che sostituiscono funzionalmente i fotorecettori della retina danneggiati da malattie degenerative e invecchiamento che, in alcuni casi, possono portare alla cecità completa. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology, è stato coordinato dall’Istituto italiano di Tecnologia. 

“Una retina artificiale liquida ha grandi potenzialità per assicurare un campo visivo ampio e una visione ad alta risoluzione”, ha spiegato Fabio Benfenati, direttore del Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologie (Iit) di Genova, che ha coordinato la ricerca. Hanno collaborato inoltre il Center for Nano Science and Technology dell’Iit di Milanocon la clinica oculistica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona).

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Mes, Pd irritato con Conte e 5 Stelle: «Datevi una mossa, il vostro no è ideologico»

domenica, Giugno 28th, 2020

di Monica Guerzoni

ROMA — Quel che il presidente della Toscana Enrico Rossi scolpisce su Facebook, riguardo alla «linea demenziale» e alle «sciocchezze antieuropeiste» dei Cinque Stelle sul Mes, lo pensano quasi tutti nel Pd. Ed è solo per non inasprire ulteriormente gli animi se Nicola Zingaretti evita di esprimere pubblicamente la profonda insoddisfazione del Nazareno. Uno stato d’animo che non riguarda soltanto i rapporti con il Movimento, ma investe anche il presidente del Consiglio.

Nell’ultima riunione con i capi delegazione, Dario Franceschini ha rimproverato a Conte questioni di metodo e problemi di comunicazione e ieri è stata la Rai a innescare la «forte irritazione» del Pd. Ma più in generale è l’arte del rinvio, di cui Giuseppe Conte sta diventando un maestro agli occhi del Nazareno, a logorare la pazienza del segretario e dei suoi ministri.

«Il travaglio dei Cinque Stelle va rispettato, ma si diano una mossa», è l’efficace sintesi con cui la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa invita gli alleati ad affidare i loro tormenti alla piattaforma di Davide Casaleggio: «Facciano subito una consultazione su Rousseau, perché il popolo italiano vuole i 36 miliardi del Mes». E l’ex parlamentare europeo Goffredo Bettini, uno dei consiglieri più ascoltati da Zingaretti, su Tpi osserva come «un prestito a interessi zero e senza condizionalità venga mal digerito per una questione prettamente ideologica».

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Spunta il trucco sui contanti: “Così aggirano i nuovi limiti”

domenica, Giugno 28th, 2020

Federico Garau

Si torna a parlare della lotta iniziata dal governo nei confronti dei contanti, una battaglia avviata per contrastare l’evasione fiscale ed il riciclaggio di denaro (questa la spiegazione fornita dall’esecutivo, che ha deciso di appoggiare la proposta di Vittorio Colao), cosa che ha subito suscitato pesantissime polemiche.

Malgrado il malcontento registrato nelle ultime settimane, da mercoledì primo luglio entrerà in vigore la limitazione dei pagamenti mediante banconote annunciata dal governo, il cosiddetto “piano dolce” del premier Giuseppe Conte, che intende traghettarci verso il cashless “in modo gentile, fair”. Dal prossimo mercoledì, dunque, non sarà più possibile effettuare tramite contanti pagamenti superiori a 1999,99 euro. Da gennaio 2022 la soglia si abbasserà ancora, quando il tetto massimo sarà fissato a 999,99 euro. Per pagamenti di importo maggiore sarà di fatto obbligatorio ricorrere a bonifici o all’utilizzo di bancomat e carte di credito, affinché ogni operazione sia ben tracciata.

Eppure, come dichiarato in queste ultime ore da Unimpresa, ci sarebbe un modo per raggirare la soglia imposta dall’esecutivo. “Meno cash in circolazione, nessun limite specifico ai prelievi e ai versamenti del denaro contante in banca. Ma ‘nero’ di fatto ancora libero per i mini acquisti, anche sfruttando il trucco dei pagamenti frazionati: le nuove soglie saranno facilmente aggirate col risultato che il gettito fiscale non subirà vantaggi particolari, ma i consumi potrebbero subire una stretta anche per motivi di tipo psicologico”, dichiara oggi l’associazione, come riportato da “Adnkronos”.

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Storia (e sconfitta) del decreto Biondi, una battaglia di civiltà odiata dai Pm

domenica, Giugno 28th, 2020

Andrea Orsini

“Piacere, Decreto Biondi. Decreto di nome e Biondi di cognome”. Così amava presentarsi, giocando con le sue generalità, per ricollegarle a quel decreto del 1994 sulla carcerazione preventiva che rimase per sempre legato al suo nome. Alfredo Biondi era così: capace di ironizzare su tutto, e prima di tutto su sé stesso. Era profondamente liberale perché non aveva dogmi, si metteva continuamente in discussione, e metteva in discussione tutto e tutti, con l’arma dell’ironia. Ironizzava su qualunque argomento, faceva battute corrosive su chiunque, su Borrelli – che da par suo si offese e rispose con livore – ma anche su sua moglie, che pure amava teneramente e che è sempre stata al centro della sua vita.

Eppure, quest’uomo scettico e ironico, senz’altra religione che non fosse quella della libertà, era un uomo generosissimo, e singolarmente incapace di rancore. Se una vicenda personale può essere di qualche interesse, Biondi ed io venivamo dallo stesso partito, il Partito Liberale, ma certo non dalla stessa corrente (c’erano le correnti, fra i liberali, eccome se c’erano, nonostante il nostro 2%, e si combattevano aspramente). Posso dire – oggi con dolore ma senza pentimenti – di essere stato uno degli artefici della sua sconfitta al Congresso di Genova, quando venne battuto da Renato Altissimo ed Egidio Sterpa e perse la Segreteria del partito.

Eppure quando nel 1994 Alfredo Biondi divenne Ministro della Giustizia, non ebbe alcuna esitazione ad accogliermi fra i suoi collaboratori, su suggerimento di Gregorio Fontana, e a darmi totale fiducia. Fu ancora Alfredo il primo a propormi per un ruolo in Forza Italia. Se il mio percorso politico non è finito a trent’ anni, lo devo a lui. Quei mesi al Ministero della Giustizia furono per lui di grande sofferenza. Avvocato di fama (fu parte civile nel processo di Piazza Fontana, poi per la famiglia di Milena Sutter, per la vedova di Leon Klinghofer, l’anziano passeggero ebreo invalido gettato in mare dai terroristi palestinesi sull’ Achille Lauro), garantista senza esitazioni, politico di grande esperienza, sapeva di essere chiamato a una battaglia quasi impossibile, contro il giustizialismo dominante. Leggi anche

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Magistratopoli, finisce tutto a tarallucci e vino: solo 10 imputati su 1.000 coinvolti

domenica, Giugno 28th, 2020

Piero Sansonetti

Magistratopoli si avvia alla conclusione. Il Procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, cioè il magistrato più in alto nella gerarchia della giustizia, ha annunciato che saranno presi provvedimenti molto severi nei confronti delle toghe che sono state coinvolte nello scandalo.

Cioè – uno potrebbe immaginare – nei confronti di un migliaio almeno di magistrati che hanno ottenuto, o chiesto, nomine, spostamenti, favori, prebende, benefit e altro. Giusto? O che hanno scambiato amicizia, intimità, frequentazione con la controparte (cioè i Pm coi giudici e viceversa, magari Pm e giudici dello stesso processo). Giusto? O che hanno usato l’Anm come strumento di potere, o di alleanze, o di strategie. E che forse hanno determinato, di conseguenza, sentenze o rinvii a giudizio non sulla base delle prove e degli indizi ma delle convenienze politiche o di potere, o dei teoremi. Giusto?

Beh, i provvedimenti chiesti da Salvi, non sono mille. Sono 10. Riguardano semplicemente quella cena in hotel con Luca Lotti che fu intercettata illegalmente dai Finanzieri romani. Punto. Magistratopoli si chiude qui. Aspettiamo ora di vedere se il Csm accoglierà o no le richieste di Salvi, se si accanirà come richiesto, il più fortemente possibile, sul capro espiatorio designato e sui suoi fratellini (parlo di Palamara, che è stato accusato ingiustamente di corruzione e poi, prosciolto, messo in croce per le sue manovre, allo scopo di farlo pagare per tutti) e se con un gigantesco colpo di spugna chiuderà il caso. Magistratopoli ci ha dimostrato una cosa semplicissima: che in gran parte il funzionamento della magistratura era illegale. È illegale. Non risponde alle leggi ma al potere. E i magistrati – in una percentuale da stabilire, ma di sicuro non piccolissima – non sono leali alla Costituzione (come Mattarella ha esortato a fare) ma alla propria corrente o al proprio capo corrente.

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L’illusione di pilotare l’ascesa al Colle

domenica, Giugno 28th, 2020

In vista delle prossime elezioni presidenziali, per orientarci, abbiamo fatto un paio di telefonate nell’aldilà. Al primo tentativo ci ha risposto Alcide De Gasperi, proprio lui personalmente. Un po’ timorosi, gli abbiamo chiesto che cosa pensa dell’idea appena rilanciata da Matteo Renzi, il quale propone a Cinque stelle e Pd di scegliersi insieme il prossimo inquilino del Quirinale. Sulle prime De Gasperi si è schermito: “Seguo poco la politica ormai, non so nemmeno su quanti grandi elettori quest’alleanza potrebbe contare…”. L’abbiamo aggiornato: calcolando i delegati regionali, il patto proposto da Renzi avrebbe una cinquantina di voti di vantaggio sugli avversari del centrodestra. “Cinquanta voti sono francamente pochi per eleggere un presidente”, ha sospirato allora lo statista trentino: “Pensi che nel 1948 la Dc da sola aveva la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Io ero il segretario del partito e proposi il conte Carlo Sforza, che mi sembrava la persona giusta per rafforzare i legami con Europa e Stati Uniti. Nobilissimi motivi. Ma la sinistra cattolica non era d’accordo, così nelle prime votazioni spuntarono a frotte i franchi tiratori. Alla fine fummo costretti a ripiegare su Luigi Einaudi”. Un ripiego per modo di dire, caro Alcide. “Certo. Ai miei tempi, per fortuna, non eravamo a corto di grandi personaggi”.

Altra telefonata orientativa, e questa volta risponde Amintore Fanfani. Che per via del suo carattere fumantino reagisce male. “Vuole prendermi in giro? Non sa o finge di non sapere che cosa ho dovuto subire per aver fatto operazioni alla Renzi?”. No davvero, professore, ci racconti che cosa le accadde. “Anch’io fui segretario della Dc e pure io, come De Gasperi, nel 1955 provai a suggerire un nome per il Quirinale. Cesare Merzagora mi sembrava perfetto: un personaggio indipendente che molto piaceva all’imprenditoria. Ma pure stavolta la sinistra Dc si mise di traverso. Impallinò Merzagora a scrutinio segreto e alla fine dovetti inghiottire l’elezione di Giovanni Gronchi. E non finisce qui”. Che altro le accadde? “Nel 1971 il candidato ufficiale della Dc ero io. Non immagina quanto mi sarebbe piaciuto coronare la carriera, e quanto sarebbe stata felice Maria Pia, la mia seconda moglie”. Possiamo immaginarlo. E allora? “Una tremenda delusione. I partiti alleati non diedero la mano promessa. Così al ventitreesimo scrutinio la spuntò Giovanni Leone con i voti determinanti del Msi, in pratica degli ex fascisti”. E dire che lei passava per essere l’uomo forte della Dc. “Già, invece ci feci la figura del bischero”.

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“Faremo causa a Governo e Autostrade”. Intervista a Giovanni Toti

domenica, Giugno 28th, 2020
Giovanni
Giovanni Toti

“Oggi abbiamo visto persino un semaforo in galleria in autostrada”. Giovanni Toti, presidente della Liguria, sintetizza con questa immagine ciò che in queste ore sta vivendo la Regione da lui amministrata: “Non si era mai arrivati a qualcosa di simile. E la colpa è sia di Autostrade, che in questi due anni non ha fatto i lavori che avrebbe dovuto fare, sia del Governo che non ha deciso cosa fare di Autostrade”. 

Il Ministero ha convocato per domenica Autostrade per l’Italia per cercare di definire le azioni da intraprendere e provare a mitigare i disagi alla circolazione stradale, visto che gli automobilisti sono costretti a code chilometriche e a ore di attesa nel traffico. Autostrade per l’Italia replica che i controlli nelle 285 gallerie
della rete autostradale ligure gestita da Aspi “vengono eseguiti sulla base delle prescrizioni giunte dal Ministero e sono basate sul rispetto della normativa vigente”. Ma Toti annuncia l’intenzione di presentare una class action regionale per chiedere un risarcimento al Governo e ad Autostrade dei danni subiti da cittadini e imprese liguri.

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Regionali, Zingaretti: “Alleanza con i 5S? Proviamoci”. Renzi: “In Liguria se scelgono un candidato grillino correremo da soli”

domenica, Giugno 28th, 2020

Nelle Regioni il centrosinistra può vincere, anche grazie un’alleanza con il Movimento Cinque Stelle“. Lo ribadisce il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, che, a margine della conferenza delle donne democratice a Roma, ha spiegato: “Confermo che decidono le Regioni, però un’alleanza che governa l’Italia, o che ha l’ambizione di segnare la prossima elezione del presidente della Repubblica, dovrebbe almeno provare a unirsi nelle Regioni, anche perché la destra ha scelto spesso candidature del passato, si è unita riproponendo figure già bocciate dagli elettori”.

Pd, la conferenza nazionale delle donne dem elegge la sua portavoce: è Cecilia D’Elia

Per Zingaretti, l’allenza con i grillini nella scelta dei candidati regionali alle prossime elezioni del 20 settembre è una scelta necessaria anche per “fare insieme un passo avanti per salvare questo Paese”.


La replica di Renzi (Italia Viva)

Ma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, respinge la proposta di Zingaretti e rimanda al mittente la possibilità di un accordo con i 5Stelle, in particolare in Liguria, dove il Pd sarebbe deciso a puntare sul candidato grillino, il giornalista Ferruccio Sansa. “Noi abbiamo una forza: siamo liberi. Se l’accordo non è serio in Liguria andiamo da soli”, chiarisce Renzi durante la presentazione, a Chiavari, del suo ultimo libro, “La mossa del cavallo”.

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