Archive for the ‘Lazio’ Category

Chi c’era sul Suv dei Theborderline? Perché i clic sono crollati? I dubbi sull’incidente e l’addio degli youtuber: «Pensiamo solo a Manuel»

lunedì, Giugno 19th, 2023

di Erica Dellapasqua e Rinaldo Frignani

«Impossibile moralmente proseguire, pensiamo solo a Manuel», hanno scritto sulla loro pagina di Youtube. Matteo Di Pietro ha schiacciato il piede sull’acceleratore per superare un’auto, forse una bravata

Chi c'era sul Suv dei Theborderline? Perché i clic sono crollati? I dubbi sull'incidente e l'addio degli youtuber: «Pensiamo solo a Manuel»
I fiori e i pelouche lasciati a Casal Palocco in ricordo del piccolo Manuel 

Oltre 30mila visualizzazioni in meno di un’ora per l’addio degli youtuber di «TheBorderline». I ragazzi che dal 2020 hanno catturato l’attenzione di milioni di utenti in Rete e circa 600 mila iscritti alla loro pagina, hanno comunicato ieri sera di aver chiuso con la loro attività dopo l’incidente nel quale, mercoledì scorso, uno dei fondatori della crew, Matteo Di Pietro, 20 anni, ha ucciso il piccolo Manuel travolgendo con un Suv l’auto della mamma nel quartiere romano di Casal Palocco. «I TheBorderline — hanno scritto in un testo pubblicato nell’ultimo video — esprimono alla famiglia il massimo, sincero e più profondo dolore. Quanto accaduto ha lasciato tutti segnati con una profonda ferita, nulla potrà mai più essere come prima». 

E ancora: «L’idea di TheBorderline era quella di offrire ai giovani un intrattenimento con uno spirito sano. La tragedia accaduta è talmente profonda che rende per noi moralmente impossibile proseguire questo percorso. Pertanto, il gruppo TheBorderline interrompe ogni attività con quest’ultimo messaggio. Il nostro pensiero è solo per Manuel».

Chi c’era sul Suv?

Sul fronte delle indagini da chiarire ci sono ancora alcuni aspetti. Come chi c’era davvero sul Suv che ha ucciso Manuel. A parte Di Pietro, indagato per omicidio stradale, e Vito Loiacono, la sua spalla in numerose challenge su YouTube, secondo chi indaga sulla Lamborghini Urus lanciata a 110 chilometri all’ora c’erano almeno due ragazzi e una ragazza sui quali il riserbo è massimo. 

Perché? Le smentite della «dirigenza» dei «TheBorderline» — in tre hanno ribadito che non c’erano — fanno ritenere che i due a bordo abbiano fatto salire altri giovani. Come un ragazzo coinvolto nella zuffa con i genitori di altri bambini dopo l’incidente: è stato ripreso in un video mentre una poliziotta cerca di fermarlo. 

Chi è? Interrogativi che alimentano il mistero, insieme con la presunta fuga di uno o più passeggeri del Suv da via di Macchia Saponara. Anche su questo aspetto lavorano i carabinieri che indagano sulla morte del bambino: fra le informazioni contenute nei telefonini sequestrati agli youtuber insieme con telecamere e schede video, ci sarebbero anche le chat con i messaggi che i ragazzi si sono scambiati prima ma soprattutto dopo lo schianto.

L’auto superata

Dalla ricostruzione dei vigili urbani viene soprattutto confermato il fatto che Di Pietro prima dell’incidente ha superato un’auto a forte velocità. Da capire se sia stata solo una manovra azzardata o una bravata al volante di una supercar capace di toccare i 100 km/h in meno di 3,5 secondi. E comunque al vaglio c’è il ruolo di questa terza vettura.

Funerali in settimana 

Oggi intanto dovrebbe arrivare il nulla osta della procura per restituire Manuel alla famiglia come richiesto dai suoi legali. I funerali potrebbero essere celebrati a metà settimana, preceduti da una fiaccolata di solidarietà a Casal Palocco. Una dimostrazione di affetto alla famiglia della piccola vittima, ma anche di rabbia nei confronti dei ragazzi coinvolti che continuano a ricevere minacce social, come anche il noleggiatore del Suv, titolare della società Skylimit. Alcuni di loro sono stati costretti a trasferirsi.

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Vergogna nella curva della Lazio: cori antisemiti e una maglia inneggiante a Hitler

martedì, Marzo 21st, 2023

MATTEO DE SANTIS

Spuntano i video dei cori antisemiti, affiorano le foto della maglietta «Hitlerson 88» e fioccano gli attestati di solidarietà, accompagnati da promesse interventiste: sembra quasi di rivivere, all’indomani dello squallido spettacolo tra spalti, campo e spogliatoi proposto dal derby romano, un altro Giorno della marmotta della vergogna (non solo) curvaiola. Alzato il sacrosanto polverone per gli inqualificabili canti della curva laziale, intonati almeno tre volte durante la partita, incombe il rischio che l’indignazione possa terminare sotto il tappeto del silenzio e del lassismo con il passare dei giorni. «Una curva intera che canta cori antisemiti, un “tifoso” in tribuna con la maglia Hitlerson e il numero 88 e noi, come sempre, gli unici a indignarci e a protestare. Possibile che tutti continuino a far finta di nulla?», la domanda posta su Twitter da Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma, allegando i video di una parte dell’Olimpico laziale intento a cantare l’orrido motivetto «In sinagoga vai a pregare, ti farò sempre scappare… romanista vaff» e la foto di un sedicente tifoso biancoceleste con indosso la maglia con richiamo di nome (Hitlerson) e numero (l’88 rapportato all’alfabeto significa HH di «Heil Hitler») ad Adolf Hitler. «Impossibile far finta di nulla. Farò la mia parte, come sento di fare. Il rispetto è dovuto e non è negoziabile», il commento di Andrea Abodi, ministro per lo sport e per i giovani.

«Intollerabile. Preparo subito un’interrogazione al Viminale», scrive Ivan Scalfarotto, senatore di Italia Viva. Il prefetto Giuseppe Pecoraro, coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo e già a capo della Procura della Figc al tempo dell’apparizione degli intollerabili adesivi raffiguranti Anna Frank romanista, lancia un’idea: «In caso di mancata identificazione dei responsabili è necessario un intervento sulle società per le quali fanno il tifo». Sull’ultimo atto del derby dell’inciviltà e della vergogna, giocato macabramente da anni dalle parti non sane delle due curve romane (con disgustose repliche come adesivi di Hitler con la casacca della Roma, ad esempio), dovrebbero arrivare le punizioni della giustizia sportiva, orientata a squalificare per due turni i rissaioli Marusic e Cristante, e ordinaria. Forse oggi, con la curva laziale già sotto esame per cori antisemiti nella sfida d’andata e nelle trasferte con Sassuolo, Lecce e Napoli, il Giudice Sportivo potrebbe decretare la chiusura della Curva Nord (almeno) contro la Juve. Molto vicino a essere identificato, invece, l’indossatore della maglia «Hitlerson 88»: rischia il Daspo.

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Incidente a Fonte Nuova, a Roma: si ribalta una Fiat 500 nella notte, morti cinque ragazzi. Grave un 21enne

venerdì, Gennaio 27th, 2023

di  Rinaldo Frignani

Grave incidente questa notte alle porte di Roma. Le vittime avevano dai 17 ai 21 anni. Il fatto è avvenuto intorno alle 2.30 a Fonte Nuova su via Nomentana

Incidente a Fonte Nuova, a Roma: si ribalta una Fiat 500 nella notte, morti cinque ragazzi. Grave un 21enne

Gravissimo incidente stradale in via Nomentana, a Fonte Nuova, Comune di 33 mila abitanti vicino a Mentana e Monterotondo nell’hinterland di Roma. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco e carabinieri. Una Fiat 500 con sei persone a bordo, per cause ancora da chiarire, si è ribaltata più volte. Nello schianto sono morti cinque giovani, compreso il conducente, alla cui madre è intestata la macchina, mentre un sesto ragazzo è stato trasportato all’ospedale Sant’Andrea. I carabinieri di Mentana sono intervenuti per i rilievi.

Secondo la prima ricostruzione dei militari intervenuti, intorno alle 2,30   la Fiat Cinquecento che andava in direzione Roma ha perso il controllo, si è ribaltata e è finita prima contro un piccolo albero, crollato per l’impatto, e poi su  un palo della luce nei pressi dell’Ufficio Postale al centro della frazione. Valerio Di Paolo, Alessio Guerrieri, e Simone Ramazzotti avevano 22 anni, Giulia Sclavo (morta all’Umberto I dove era stata trasportata) e Flavia Troisi, di cui proprio giovedì era il compleanno, solo 17.  Grave in ospedale Leonardo Chiapparelli, 22 anni, il sesto ragazzo a bordo dell’auto. Erano tutti amici fin dall’infanzia, sempre insieme anche nelle foto sui social. E erano usciti insieme anche ieri sera, forse proprio per festeggiare il compleanno di Flavia. 

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Roma, Stazione Termini sotto assedio: è il nuovo ghetto tra tendopoli, bivacchi e degrado

giovedì, Gennaio 5th, 2023

Susanna Novelli

La brutale aggressione, avvenuta la sera del 31 dicembre alla Stazione Termini ai danni di una giovane turista israeliana da parte di uno sbandato ha avuto l’effetto di una doccia fredda sulle istituzioni, locali e nazionali, sullo stato di degrado sociale in cui versa l’intero quartiere della Stazione Termini, ovvero l’Esquilino. Tra i primi effetti quello del rafforzamento dei controlli intorno allo scalo nella fascia oraria ritenuta più critica, quella che va dalle 20 alle 24. Una disposizione che si affianca alle quotidiane operazioni interforze già disposte dall’ex prefetto Matteo Piantedosi per arginare la micro criminalità della zona. Ma non basta. Ne è convinto anche il neo successore del ministro a Palazzo Valentini, Bruno Frattasi, che già nelle scorse settimane aveva posto la questione al tavolo con il Campidoglio. Una questione che non ha nulla a che vedere con un presunto “sgombero” dei senza tetto, piuttosto di una diversa, e migliore, organizzazione dei servizi di accoglienza che oggi sono concentrati in un unico, ristretto quadrante. Basti pensare che alla mensa serale della Caritas di via Marsala si aggiungono ad appena un chilometro quella pomeridiana in via Paolina, a 1,4 chilometri le docce e la colazione servita a San Martino ai Monti e a circa 2 chilometri scarsi la mensa diurna di via delle Sette Sale, adiacente a uno degli ingressi del parco di Colle Oppio e a poche centinaia di metri da San Pietro in Vincoli. Non sorprende dunque che, tutto intorno, sia un enorme bivacco a cielo aperto, da viale Pretoriano – dove addirittura è stata montata una tendopoli – fino al Colosseo, dove decine di senza fissa dimora si intrattengono tra un pasto e l’altro. La proposta ribadita ieri dal prefetto Frattasi è chiara ed è quella di esaminare «la possibilità di incrementare la ricettività, nelle ore serali e notturne, delle persone senza fissa dimora, utilizzando strutture ubicate anche in zone diverse della città. Tale inziativa – conclude il prefetto in una nota – potrà garantire condizioni migliori delle zone adiacenti alla Stazione Termini sia sotto il profilo del degrado urbano che della sicurezza personale». Una proposta caldeggiata da Fratelli d’Italia che da anni denuncia il crescente degrado che dall’Esquilino si sta allargando anche al rione Monti e al quartiere universitario, quest’ultimo già interessato dalle baroccopoli della Stazione Tiburtina. «Il sindaco di Roma non può risolvere il problema dei senza fissa dimora scaricando sui residenti dell’Esquilino tutto il peso sociale di questo dramma – ha commentato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (FdI) – sono certo che il ministro Piantedosi, da me sensibilizzato nel corso di diversi incontri su questo problema quando era prefetto di Roma, saprà incrementare il controllo per aumentare la sicurezza, garantire il decoro e la dignità. Il nuovo prefetto Bruno Frattasi a sua volta proseguirà l’intenso lavoro del suo predecessore inducendo il sindaco Gualtieri a retrocedere dalla sua intenzione. I senza fissa dimora, aumentati a dismisura in questi anni, devono essere sistemati in sedi adeguate purché dislocate in tutto il Comune in piccoli insediamenti, liberando l’Esquilino, rione umbertino a vocazione turistica, cerniera tra il centro storico e la stazione ferroviaria, da un destino improprio, quello di diventare un hub dell’accoglienza». E in effetti dal Campidoglio non arrivano segnali rassicuranti.

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Il crollo al Globe Theatre, gli studenti: «Un botto e la scala è venuta giù»

venerdì, Settembre 23rd, 2022

Attimi di paura per una classe di liceali di Roseto degli Abruzzi (Te)

LaPresse/Bottiglieri / CorriereTv

«Potevamo morire ma fortunatamente siamo riusciti a uscire sani e salvi». Attimi di paura per i ragazzi di un liceo di Roseto degli Abruzzi (TE) al Globe Theatre di Villa Borghese a Roma per il crollo di una scala. Sono dodici i feriti tra giovani e accompagnatori coinvolti nell’incidente durante l’uscita a fine spettacolo. Abbiamo sentito un botto e la scala è crollata tutta d’un colpo. «Il problema è stata la confusione che è arrivata subito dopo, ma per fortuna siamo riusciti a uscire» raccontano fuori dal teatro romano i ragazzi ancora scossi dall’accaduto. «Un episodio grave. Bisogna fare chiarezza con grande attenzione e severità per capire chi e dove ha sbagliato» ha detto il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri arrivato sul posto per un sopralluogo.

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Roma blindata per il G20: massima attenzione per le proteste no Green pass | Scattati i controlli anche alle frontiere

giovedì, Ottobre 28th, 2021

Scattati i controlli alle frontiere in vista della due giorni del G20 a Roma in programma dal 30 al 31 ottobre. Il dispositivo di sicurezza, che vede un’area di massima attenzione di 10 chilometri quadrati nel quartiere dell’Eur che ospiterà il summit, sarà esaminato oggi dal Comitato per l’ordine pubblico presieduto dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Nel fine settimana, non soltato il quartiere Eur ma anche il centro della Capitale sarà blindato. Mentre le scuole di ogni ordine e grado verranno chiuse a partire dalle ore 16 di venerdì alle ore 24 di domenica. 

Nel mirino le manifestazioni no Green pass

Con tre manifestazioni in programma nel fine settimana si annunciano giorni di alta tensione per l’ordine pubblico, con oltre un migliaio di agenti della polizia municipale a presidiare le strade del quartiere e almeno altri cinquemila uomini delle varie dell’ordine a prevenire eventuali cortei no vax e no Green pass, con manifestanti provenienti dall’Italia e dall’estero.

Massima attenzione sugli obiettivi sensibili

Massima attenzione agli obiettivi sensibili, alle aree in cui alloggeranno le delegazioni, ai luoghi simbolo della città eterna e alle principali vie dello shopping dove si trovano le piu’ prestigiose boutique che potrebbero essere scelte per fare acquisti. Super presidiati, inoltre, tutti i tragitti che percorreranno i capi di Stato e di governo nei due giorni del G20. Ma in queste ore sotto la lente degli investigatori ci sono anche siti e canali social utilizzati abitualmente da no vax e no Green pass per lanciare proteste.

Il capo della polizia: “Narrativa sul web preoccupante”

Il capo della polizia Lamberto Giannini, intervenendo a un convegno, non ha nascosto che “la situazione e il periodo sono piuttosto delicati”, con “una narrativa sul web preoccupante”: tante persone traducono “la preoccupazione in sentimenti di rabbia e anti-sistema e si uniscono spesso estremismi opposti con il pericolo che soggetti professionisti delle iniziative non legali cerchino di cavalcare la protesta”. Giannini ha sottolineato che “oggi abbiamo qualcosa di veramente insidioso: gruppi anonimi nel web, su siti che rimbalzano in varie parti del mondo che magari lanciano delle iniziative spesso illegali nel web”.

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Una lingua di fuoco sul Tevere: in fiamme il “Ponte di ferro”

domenica, Ottobre 3rd, 2021

Roberta Damiata

Una lingua di fuoco sul Tevere: in fiamme il "Ponte di ferro" a Roma

Una grossa parte del Ponte dell’Industria, meglio conosciuto a Roma come “Ponte di Ferro” in zona Ostiense, ha preso fuoco poco dopo le 23 di sabato. È poi crollato dopo appena un’ora, sotto gli occhi increduli di centinaia di cittadini romani richiamati in zona dall’altissima colonna di fumo visibile per chilometri. Sul posto sono intervenute sei squadre dei vigili del fuoco. Presenti anche le forze dell’ordine che hanno sigillato l’intera area circostante per facilitare il lavoro dei pompieri.

Dalle prime rilevazioni, l’incendio sarebbe partito da alcune strutture abusive sulle sponde del Tevere, e si sarebbe propagato rapidamente. Per fortuna a cedere sono state soltanto le tubature laterali del ponte, ma i vigili del fuoco tramite l’account ufficiale Twitter, hanno confermato che l’incendio ha interessato anche una conduttura di gas. Sul posto è giunto Amedeo Ciaccheri, presidente del VIII municipio, e poco dopo anche l’attuale Sindaco di Roma Virginia Raggi. Nonostante non ci siano stati feriti, almeno tre quartieri sono rimasti senza luce e gas a causa delle fiamme.

Enormi quindi i disagi, che si moltiplicheranno nei prossimi giorni, visto che il ponte rappresenta uno snodo chiave nella viabilità della Capitale. La struttura è uno dei manufatti di archeologia industriale più noti della città. Fu realizzato da una società belga nel 1862 per consentire alla linea ferroviaria che arrivava da Civitavecchia di congiungersi a quella centrale di Termini. Il ponte, costruito in Inghilterra, fu portato a Roma a pezzi e venne poi montato sul posto. Inizialmente costituito da arcate in ferro e ghisa appoggiate su piloni costituiti da tubi di ghisa riempiti di calcestruzzo, si sollevava nella parte centrale per permettere ai piroscafi di passare liberamente.

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Roma, vasto incendio in zona Ostiense: in fiamme il Ponte dell’Industria

domenica, Ottobre 3rd, 2021
Roma, un incendio divora il Ponte dell'Industria

Un vasto incendio è scoppiato in zona Ostiense Roma divorando il Ponte dell’Industria, noto anche come “Ponte di ferro”. La struttura è apparsa in fiamme in foto e video pubblicati sui social, in cui si vedono anche parti del ponte staccarsi e cadere nel Tevere. Sul posto sono intervenute diverse squadre dei vigili del fuoco, che sono riuscite a spegnere le fiamme. Coinvolte anche alcune tubature del gas.

Crolli – A crollare sono state alcune parti esterne del ponte, la cui struttura ha tenuto. I cedimenti hanno interessato le gallerie dei servizi laterali e a essere danneggiate sono, in particolare, le parti che danno su piazzale della Radio.

Esclusa la presenza di persone – I vigili del fuoco hanno escluso in modo definitivo la presenza di persone coinvolte nell’incendio che sabato sera è scoppiato sul Ponte dell’Industria a Roma. Un incendio simile, ma di proporzioni ridotte, aveva ha interessato il ponte già nel febbraio 2013: in quel caso le fiamme si  erano sprigionate da alcune baracche presenti sotto la struttura.

Fiamme dalle baracche sottostanti – Le fiamme hanno interessato anche la vegetazione circostante e alcuni ricoveri di fortuna dove vivono diverse persone. Secondo alcune testimonianze, il rogo avrebbe avuto origine proprio dalle baracche che si trovano sotto la struttura.

Black out e caos – nel rogo sono state coinvolte una condotta del gas e cavi elettrici sotto al ponte, da entrambi i lati. Parte dei quartieri di Trastevere e di Ostiense è rimasta senza luce e gas. Si rischia inoltre il caos traffico, dato che il ponte collega due zone nevralgiche della Capitale, quella di Marconi e Ostiense. Il Campidoglio ha attivato il Centro Operativo Comunale, con la Protezione civile già al lavoro per attivare servizi sostitutivi nella zona.

Un ponte storico – L’opera è stata costruita tra il 1862 e il 1863, è lunga 131 metri e sorge nei pressi di una delle aree della movida romana.

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Cinque giorni ostaggi del rave party: “Hanno anche ucciso le mie pecore”

giovedì, Agosto 19th, 2021

Flavia Amabile

INVIATA A VALENTANO (VITERBO). La musica pompa a tutto volume. Alle dieci del mattino, le quattro del pomeriggio, le tre di notte. Non si ferma mai. Intorno alle casse a migliaia ballano, si abbracciano, bevono, fumano, tirano, riempiono siringhe. E’ il grande rave-party di Ferragosto, l’appuntamento condiviso su migliaia di profili e canali in tutt’Europa che da cinque giorni tiene in ostaggio Valentano, comune di circa tremila abitanti in provincia di Viterbo. Lo Stato, infatti, ha scelto di non intervenire, di lasciare che diecimila persone di varie nazionalità occupassero un terreno privato, un’azienda agricola al centro di un’area protetta dove vivono cormorani fagiani e caprioli, e ne facessero quello che volevano. Un morto per annegamento, quattro persone in coma etilico ricoverate in ospedale, decine di interventi delle ambulanze che percorrono di continuo la strada che porta al rave-party mentre ancora si continua a ballare e in tanti si chiedono come sia possibile.

«E’ accaduto tutto in una notte, li abbiamo trovati con i miei operai al mattino. Abbiamo denunciato ma non è accaduto nulla», racconta Piero Camilli, proprietario del terreno che la mattina della vigilia di Ferragosto ha trovato diverse installazioni sonore con casse potenti e tende, furgoni, auto e persone a girare liberamente nella sua proprietà . Come siano arrivati e come abbiano scelto il suo terreno nessuno è in grado di dirlo. I rave-party funzionano attraverso canali lontani dall’ufficialità. «Sono stato invitato», dice un ragazzo toscano che ieri stava andando a piedi dal grande spiazzo adibito a discoteca permanente al lago di Mezzano, lo specchio d’acqua posto al centro della riserva, una delle attrattive di quest’area. «Chi mi ha invitato? Amici». «Sono arrivato con il passaparola», risponde un altro. «Ci sono delle app, c’è Telegram, c’è Signal, ognuno ha il suo modo di essere informato», risponde Filippo, barba, capelli ricci, occhiali scuri e marcato accento romano. Oppure c’è Wickr me, ma va bene qualunque tipo di canale in grado di offrire sicurezza e anonimato a chi lo usa. La notizia del rave ha iniziato a circolare e si è sparsa rapidamente. «Promettevano un luogo unico, immerso nella natura, con possibilità di fare il bagno. Ci è sembrata un’occasione per una bella vacanza e per conoscere altre persone», racconta Andrea, arrivata dalla Francia con il fidanzato. Non sapeva che avrebbe violato una proprietà privata. «L’abbiamo capito in questi giorni ma ormai eravamo qui, non volevamo fare di nuovo tutti i chilometri per tornare indietro, abbiamo preferito restare». Più diretto Filippo: «Proprietà privata? Ma era inutilizzata! E poi si è creata una mini cittadina autogestita. Non abbiamo fatto male a nessuno». Inutilizzata non è il termine che userebbe Piero Camilli per definire il suo terreno, un’azienda che ha creato 40 anni fa e dove ha duemila pecore e 500 bovini, produce latte e carni cercando di essere attento alla qualità del suo prodotto, al rispetto della natura. «Hanno rotto un cancello per entrare, rubato il gasolio, pezzi di trattore, i cani di chi sta partecipando al rave party hanno ucciso le mie pecore. Vendono eroina e cocaina sul mio terreno e lo Stato ha deciso di trattare? Perdonatemi ma mi vergogno di essere italiano».

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Il rave sul lago di Mezzano che nessuno riesce a fermare

mercoledì, Agosto 18th, 2021

di Ilaria Sacchettoni

Il rave sul lago di Mezzano che nessuno riesce a fermare

Abusivi e organizzati: «Se ne dicono tante sui rave, la verità è che all’interno del campo abbiamo degli info point sulle sostanze chimiche che invitano a consumare solo roba tracciata. Ho preso un opuscolo per un amico che ha problemi, quando torno glielo regalo… Si chiama “riduzione del danno”» dice Marco, un ventitreenne di Como a passeggio per il boschetto che costeggia il lago di Mezzano. Lui e il suo amico Francesco, che di anni ne ha 21, partecipano al maxi raduno di Valentano, nella campagna impolverata e struggente della Tuscia, mascherina al polso, t-shirt sulle spalle e bermuda indosso. Dieci giorni di stage, musica e «sballo» nella tenuta dell’ormai furioso Piero Camilli, imprenditore locale travolto dall’invasione di circa ottomila persone da Francia, Belgio, Olanda, Germania, Spagna e perfino Cecoslovacchia. Tutto con un passaparola su Telegram.

Abusivi e disorientati. La morte di Gianluca Santiago, ventiquattrenne italo inglese scomparso due giorni fa nelle acque opache del lago, ha lasciato deboli tracce nella coscienza collettiva di questo happening d’agosto. «Qualcuno ha spento qui e là lo stage (palco con le casse installato in vari punti del campo base, ndr) in segno di rispetto per la morte del ragazzo», confessa Ivan venuto da Torino su un’Alfa che ha un problema di revisione. Bacchettato dall’agente della Digos al posto di blocco che identifica chi viene via dal rave, Ivan e gli amici ripartiranno perplessi.

Arrivano voci di una riunione convocata fra gli organizzatori la sera del ritrovamento del corpo di Gianluca. Si smobilita? No. Si sceglie di restare. Si sussurra poi di una trattativa costantemente in progress fra questura, prefettura e gruppi di organizzatori. Nel frattempo la regola d’ingaggio per polizia, carabinieri e perfino la finanza, venuta a dare manforte per scoraggiare nuovi ingressi e contenere il rave ,è la seguente: controlli e identificazioni di tutti in uscita. In entrata, accesso vietato.

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