Archive for the ‘Piemonte’ Category

La fuga dei medici di famiglia, 100 mila torinesi sono senza medico di famiglia

domenica, Ottobre 9th, 2022

TORINO. «Dequalificazione della figura professionale», «prospettive future ulteriormente peggiorative», «condizioni di lavoro impossibili», «stanchezza e svilimento», «default della medicina territoriale».

Questa volta a lasciare non è un medico a fine carriera, alle soglie della pensione, ma una giovane dottoressa. Sua la lettera, inviata agli assistiti, in cui annuncia con rincrescimento la decisione, scusandosi per i disagi che inevitabilmente arrecherà. «Credo sia stata persa una grande occasione di riforma e rinnovamento delle cure primarie e di qualità di assistenza», scrive la dottoressa Giulia Basso.

Una scelta personale ma non isolata, nel senso che non è la prima e purtroppo non sarà l’ultima. Un altro vuoto da coprire, un altro buco nella rete già smagliata dei medici di famiglia. Di questi parliamo: di un universo in fibrillazione, né più né meno di quanto accade tra i medici ospedalieri. I pediatri, a cortese richiesta, vi risponderanno altrettanto.

Medici in fuga, quindi, ai vari livelli. Medici che in tutti i casi non nascondono l’amarezza, come precisa la dottoressa, «nell’abbandonare un lavoro in cui ho creduto e investito molto». Seconda considerazione: il fenomeno, particolarmente accentuato ed evidente nelle aree montane, comincia ad interessare anche i centri più grandi. E la stessa Torino. «È un problema che riguarda tutta Italia, il Piemonte paga il prezzo di avere un territorio particolarmente montuoso, con una miriade di piccoli comuni – spiegava pochi giorni fa l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – In questo caso, più che i medici, mancano gli incentivi a lavorare nelle zone disagiate». Gli incentivi e molto altro, par di capire, considerato che anche nel capoluogo aumentano i posti vacanti e quindi il sovraccarico dei dottori ancora in linea.

Emblematici i dati forniti dall’Ordine dei Medici di Torino. In Piemonte, tra il 2017 e il 2022, sono andati in pensione circa novecento medici di medicina generale – ricordava Guido Giustetto, il presidente – Si stima che altri 1700 andranno in pensione tra il 2023 e il 2032, con la punta più alta nel 2023/24: il numero di medici in formazione è largamente insufficiente a rimpiazzare i pensionati». E quelli che, come abbiamo visto, lasciano a inizio corsa.

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Ragazze aggredite in piazza Duomo, ecco il branco: 18 identificati tra Milano e Torino

martedì, Gennaio 11th, 2022

Perquisizioni sono in corso, tra Milano e Torino, a carico di 18 giovani ritenuti, a vario titolo, coinvolti nelle aggressioni a sfondo sessuale perpetrate ai danni di una decina di ragazze la notte di Capodanno, in piazza Duomo a Milano. Lo ha comunicato la Polizia di Stato. Si tratta, secondo le prime informazioni della Questura di Milano, di 15 ragazzi maggiorenni e di 3 minorenni, di età compresa tra i 15 e i 21 anni, sia stranieri sia italiani di origini nordafricane. L’attività investigativa, basata sulla visione delle immagini dei sistemi di sorveglianza, sulle testimonianze di passanti, sui racconti delle vittime nonché sull’analisi dei social network, ha condotto alle individuazioni dei presunti appartenenti al ‘branco’ di ragazzi che ha molestato sessualmente 9 ragazze.  L’inchiesta ha  chiamato in campo poliziotti specializzati nell’utilizzo di software per il riconoscimento facciale. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile della Questura di Milano e dal Commissariato Centro, e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano e della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, con la partecipazione dei poliziotti della sezione di Polizia giudiziaria milanese, della Squadra mobile della Questura di Torino e dei reparti Prevenzione crimine Lombardia e Piemonte .

LA STAMPA

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Funivia Stresa Mottarone, tre fermi nella notte: anche il gestore dell’impianto | “Freno manomesso per evitare un’anomalia”

mercoledì, Maggio 26th, 2021

Tre persone sono state fermate nella notte nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Verbania sull’incidente della funivia Stresa-Mottarone, nel quale sono morte 14 persone. Si tratta di Luigi Nerini, proprietario della società che gestisce l’impianto, l’ingegnere direttore del servizio e un altro dipendente, capo servizio. Gli inquirenti hanno accertato che “la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”.

“Gravi indizi di colpevolezza, gesto consapevole” – Gli interrogatori ai dipendenti delle Ferrovie del Mottarone si sono conclusi verso le 4. Sono emersi “gravi indizi di colpevolezza”, i quali hanno commesso “un gesto materialmente consapevole dettato da ragioni economiche. L’impianto avrebbe dovuto restare fermo”. A riferirlo è il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, spiegando che sulla cabina precipitata è stata inserito il cosiddetto “forchettone”, ovvero il dispositivo che consente di disattivare il freno, e non è stato più rimosso.

“Freno manomesso per evitare il blocco della funivia” – Secondo i pm il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni, che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainante, non è stato rimosso al fine di “evitare disservizi e blocchi della funivia. Il sistema presentava delle anomalie e avrebbe necessitato un intervento più radicale con un blocco se non prolungato consistente”.

Cambiata anche l’ipotesi di reato: all’omicidio colposo si è aggiunto l’articolo 437 del codice penale, che punisce con una condanna fino a dieci anni la rimozione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, aggravate se da quel fatto deriva un disastro. Nelle prossime ore a carico dei tre fermati sarà chiesta la convalida del fermo e l’applicazione di una misura cautelare. Leggi Anche

“Sviluppo molto grave e inquietante” – I tre fermi disposti nella notte sono “uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti che abbiamo svolto”, ha sottolineato il procuratore Olimpica Bossi. “Nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l’esito fatale”, ha aggiunto.

“Sulla funivia due interventi, ma non risolutivi” – In seguito ai disservizi rilevati sulla funivia del Mottarone, “ci sono stati due interventi. Quello del 3 maggio è uno dei due che sono stati richiesti, ma evidentemente non sono stati risolutivi”, hanno precisato dalla Procura.

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Tragedia sulla funivia del Mottarone: “La fune non era tranciata di netto”

martedì, Maggio 25th, 2021

Ivan Fossati

Omicidio plurimo, disastro, lesioni gravi (per l’unico sopravvissuto, il piccolo Eitan di appena cinque anni). Tutto colposo, per il momento.

Sono i reati ipotizzati dalla procuratrice di Verbania Olimpia Bossi per il crollo della funivia Stresa-Mottarone, la tragedia di domenica in cui sono morte 14 persone. E si valuta anche l’attentato alla sicurezza dei trasporti.

Il fascicolo è ancora contro ignoti, ma presto compariranno i primi nomi anche per garantire la più ampia attività difensiva. Le società private coinvolte sono Ferrovie del Mottarone con l’amministratore Gigi Nerini, che gestisce l’impianto, Leitner di Vipiteno e un’altra ditta incaricate nel tempo di revisioni e manutenzioni. Capitolo a parte la proprietà, che è pubblica, tra Regione e Comune di Stresa, con un passaggio burocratico tra i due enti non ancora concluso. Crollo funivia di Stresa, la ricostruzione dell’incidente

Le perizie
Sin qui la parte ufficiale, ma le indagini affidate ai carabinieri del comando provinciale di Verbania, in attesa delle perizie tecniche che la Procura assegnerà al Politecnico di Torino, spaziano in ogni direzione. Anche ascoltando le tante voci che si rincorrono in queste ore e che inducono a un minuzioso lavoro di verifica.

Confermato che la tragedia sia da attribuire alla somma di due incidenti: la rottura della fune traente e il mancato funzionamento del freno di emergenza che avrebbe dovuto ancorare la cabina al cavo portante per consentire il recupero degli occupanti da parte delle squadre di soccorso.

Nel lavoro di ricostruzione risulta fondamentale il video registrato dalla telecamera installata sulla stazione del Mottarone della funivia.

Racconta tutto, della cabina. L’arrivo a tre metri dal punto di sbarco, con i volti sorridenti dei quindici turisti, l’improvviso cedimento della traente, la cabina che inizia a scivolare verso valle appesa alla portante senza che le ganasce blocchino la corsa, la velocità sempre più elevata (si è calcolato fino a 120 km/h), quattrocento metri fatti d’un soffio fino all’incontro con il primo pilone, dove un effetto frusta l’ha lanciata in aria, poi lo schianto (e qui le immagini finiscono) a terra da un’altezza di trenta metri e il successivo rotolamento per un altro centinaio fino a fermarsi contro due piante.

Il manovratore di monte (con le norme Covid la capienza è dimezzata rispetto ai quaranta posti e non è più previsto il conduttore a bordo) vede la scena e, choccato, fa scattare l’allarme. Sono le 12,07 quando arriva la prima chiamata al 118 e due minuti dopo c’è la telefonata alla centrale dei carabinieri.

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Quel cavo doveva reggere altri otto anni

lunedì, Maggio 24th, 2021
Quel cavo doveva reggere altri otto

La sostituzione dei cavi della funivia Stresa-Mottarone era prevista nel 2029, fra otto anni. “Sarà tutto oggetto di verifiche di carattere tecnico nei prossimi giorni, stiamo facendo accertamenti”, sottolinea Olimpia Bossi, procuratore della Repubblica a Verbania. L’ipotesi di reato, per ora senza indagati, è omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Si potrebbe profilare un altro reato: l’attentato alla sicurezza dei trasporti. 

Sono 14 le vittime, mentre sono gravi e stabili le condizioni del bimbo di 5 anni rimasto ferito nello schianto. È stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico per ridurre le fratture agli arti inferiori ed è ricoverato in rianimazione, intubato e sedato, all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino, in prognosi riservata.  Con le restrizioni Covid la capienza a bordo è dimezzata e non è prevista la presenza del conduttore.

L’incidente sarebbe il frutto di un doppio problema: la fune traente (quella che materialmente porta a monte la cabina) si è strappata e su quella portante non è scattato l’impianto di sicurezza. La fune d’acciaio traente si è spezzata quando mancava pochissimo all’arrivo e tutti stavano preparandosi a uscire dalla cabina a circa 1.400 metri di altitudine, proprio sotto la cima del monte Mottarone. La cabina è andata all’indietro fuori controllo, fa 200-300 metri, si è sganciata dalla fune portante ed è precipitata a terra. Ma come può succedere? “Non esiste un perché – prova a ricostruire alla Stampa uno storico gestore di impianti a fune, Giovanni Bertolo – La fune non si rompe, quella volta sul Monte Bianco era sembrato un caso eccezionale”.

L’azienda Leitner di Vipiteno afferma che “l’ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre del 2020 e gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità”. La revisione generale, che consiste in una severa revisione dell’intero impianto, dalle cabine ai carrelli, agli argani e alle apparecchiature elettriche, “era stata realizzata nell’agosto del 2016.

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Tragedia di Mottarone, i nomi delle vittime

lunedì, Maggio 24th, 2021

Ecco chi sono le 14 persone che hanno perso la vita nello schianto della cabina contro il pilone. Colpite quattro famiglie

Tragedia di Mottarone, i nomi delle vittime

La tragedia della funivia del Mottarone ha causato 14 morti: tra questi italiani e stranieri (in foto Amit Biran con la moglie Tal Biran. Con loro è morto il figlio Tom di due anni mentre l’altro figlio di sei anni è in gravi condizioni in ospedale). Colpite quattro famiglie, due residenti in Lombardia, una in Emilia Romagna e una in Calabria. In particolare, la famiglia residente a Pavia era di origini israeliane. C’è poi un bambino di 9 anni, di cui non sono ancora state rese note le generalità, deceduto in un secondo tempo in ospedale.

La vittima più piccola e i bisnonni da Israele: due famiglie distrutte

Aveva solo due anni la vittima più piccola. Si chiamava Tom Biran, era nato il 16 marzo 2019 ed era residente a Pavia insieme ai genitori, Amit Biran, nato in Israele il 2 febbraio 1991 e Tal Peleg, nata in Israele il 13 agosto 1994, entrambi deceduti nello schianto. Originari di Israele erano anche i bisnonni della famiglia israeliana residente a Pavia e anche loro tra le vittime del tragico incidente: Itshak Cohen, 82 anni, e la moglie Barbara Cohen Konisky, 70 anni, erano infatti i nonni di Tal Peleg (moglie di Amit Biran e mamma di Tom ndr). I due, Itshak Cohen e la moglie, erano arrivati da alcuni giorni a Pavia per trovare i loro parenti. Domenica si erano recati tutti in Piemonte per una gita al Mottarone. Amit Biran, che sulla sua pagina Facebook si presentava come studente alla Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia, svolgeva attualmente la funzione di tirocinante. (La gita sul Mottarone, poi l’inferno: i nonni erano arrivati da Tel Aviv per fare una sorpresa: qui l’articolo integrale)

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Funivia del Mottarone precipita: morte 13 persone, 2 bambini in ospedale

domenica, Maggio 23rd, 2021

di Claudio Del Frate

Funivia del Mottarone precipita: morte 13 persone, 2 bambini in ospedale

La funivia che collega Stresa con il Mottarone è precipitata e al momento ci sono almeno 13 vittime. Sul posto sono presenti squadre dei Vigili del fuoco e del soccorso alpino e non si esclude che vi siano anche dei bambini coinvolti. Secondo le prime testimonianze una delle cabine è precipitata poco dopo le 12.30 in prossimità di un pilone, in uno dei punti più alti dell’impianto, in prossimità della vetta del Mottarone: l’incidente sarebbe stato provocato dal cedimento di una fune.

Le vittime

Sulla cabina della funivia precipitata e che dal lago era diretta verso la montagna, c’erano- secondo quando si apprende – 15 persone (la capienza è di 35). I due bambini portati in codice rosso, con le eliambulanze, all’ospedale Regina Margherita di Torino hanno 9 e 5 anni; entrambi restano in condizioni critiche. Uno dei due bambini, quello di 5 anni ha le gambe fratturate, diversi traumi ma è cosciente; l’altro invece è in rianimazione ed è stato sottoposto alla Tac e successivamente intubato. Secondo il soccorso alpino di Verbania tra i morti ci sarebbero anche turisti tedeschi. Secondo la sindaca di Stresa Marcella Severino tra i morti ci sarebbero degli italiani residenti in provincia di Varese, un turista inglese e anche un bimbo di 2 anni. Le di recupero sono rese più difficili dal fatto che la cabina è caduta in un bosco in una zona impervia. Un mezzo dei vigili del fuoco che stava salendo sul luogo della tragedia si è ribaltato: non ci sono feriti.

La dinamica

La dinamica dell’evento è ancora tutta da chiarire. La sindaca di Stresa Marcella Severino ha riferito il racconto di alcuni testimoni. Questi «hanno sentito un forte sibilo e poi hanno visto la cabina retrocedere velocemente per poi essere sbalzata via al momento dello schianto contro il pilone». Sempre la sindaca, che è salita sul luogo della tragedia, ha detto al telefono di aver visto «il cavo tranciato di netto». «La cabina della funivia è caduta da un punto relativamente alto e si è adagiata sul terreno ai piedi di un grande bosco. Ora appare sostanzialmente distrutta a terra quasi completamente accartocciata, quindi la caduta è stata evidentemente significativa» ha raccontato Walter Milan portavoce del Soccorso Alpino parlando in diretta con Rainews 24.

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Rapina a Grinzane Cavour, così il gioielliere Roggero ha ucciso i due banditi: «Aggredite moglie e figlia»

giovedì, Aprile 29th, 2021

di Massimo Massenzio

Rapina a Grinzane Cavour, così il gioielliere Roggero ha ucciso i due banditi: «Aggredite moglie e figlia»

DAL NOSTRO INVIATO
GRINZANE CAVOUR (CUNEO) — Un pomeriggio tranquillo, la gente a passeggio dopo una giornata di pioggia e i (pochi) negozi ancora aperti. Poi, all’improvviso, urla concitate, tre uomini che scappano e tre boati sordi. Forse quattro. Due corpi senza vita rimangono sull’asfalto bagnato di via Garibaldi, la strada centrale di frazione Gallo, alle porte di Grinzane Cavour.


Il tranquillo borgo a una manciata di chilometri da Albaè stato scosso da una rapina finita in tragedia, con la morte di due banditi e la fuga del terzo complice.

A sparare è stato Mario Roggero, 67 anni, da quaranta titolare di una gioielleria nel minuscolo centro del Cuneese. Sei anni fa, il 22 maggio 2015, una banda di rapinatori fece irruzione nel suo laboratorio per aggredire il titolare e le sue due figlie. Roggero venne picchiato brutalmente (tanto che nei mesi successivi dovette seguire un percorso di riabilitazione) mentre le due ragazze vennero legate e chiuse nel bagno del negozio. Furono poi loro a liberarsi per dare l’allarme. E nel giro di sei mesi i carabinieri arrestarono i responsabili, fuggiti con gioielli e orologi.

Quel drammatico assalto ha lasciato scorie profonde nell’animo del commerciante cuneese, di casa a La Morra, che ieri pomeriggio ha reagito a un nuovo tentativo di rapina dopo che nel dicembre del 2019 aveva subito un altro furto.

Alle 18.30 i banditi, coperti da una mascherina, sono entrati nel negozio fingendosi normali clienti. Dietro il bancone c’erano la moglie e una delle figlie di Roggero. I tre sconosciuti hanno lasciato una Ford Fiesta bianca parcheggiata di fronte alla gioielleria, con la retromarcia inserita e hanno chiesto alle negozianti di visionare alcuni preziosi.

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Torino, pensionato uccide moglie, figlio disabile e padroni di casa a Rivarolo Canavese. Poi, si spara: è grave

domenica, Aprile 11th, 2021

Strage a Rivarolo Canavese (Torino) dove nella notte un pensionato ha ucciso la moglie, il figlio disabile e i padroni di casa. Poi, si è sparato, ferendosi gravemente e ora è ricoverato in gravi condizioni in ospedale a Torino. Lotta infatti tra la vita e la morte Renzo Tarabella, 83 anni. 
I carabinieri hanno rinvenuto poco dopo le 3 di stamani le quattro persone morte all’interno di un appartamento. Erano state colpite nelle ore precedenti con una pistola da un inquilino pensionato che, durante le fasi di accesso dei militari dal balcone dell’appartamento con l’ausilio dei vigili del fuoco, si è sparato ferendosi in modo grave.

Quattro vittime

Le persone decedute sono la moglie e un figlio disabile del pensionato, nonché una coppia di anziani coniugi, proprietari dell’appartamento e domiciliati in un altro alloggio al piano di sopra del medesimo stabile. La moglie del pensionato, Rosaria Valovatto, aveva 79 anni, mentrei il figlio Wilson aveva 51 anni.

Uccisi anche i vicini, proprietari della casa in cui viveva il pensionato con la sua famiglia: Osvaldo Dighera, di 74 anni, e la moglie Liliana Heidempergher, di 70.

La pistola era regolarmente detenuta

L’uomo si è sparato, ferendosi in modo grave, con la stessa pistola semiautomatica calibro 9×21 detenuta in modo regolare.

Le indagini sul movente

I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Torino stanno effettuando i rilievi nell’appartamento di Rivarolo Canavese, al quinto piano di un condominio di Corso Italia, in cui 83enne Renzo Tarabella ha ucciso la moglie Rosaria Valovatto, 79 anni, il figlio disabile di 51 anni, Wilson, e i padroni di casa Osvaldo Dighera e Liliana Heidempergher, marito e moglie di 74 e 70 anni. È accaduto al civico 46, nel centro della cittadina, poco più di 12 mila abitanti a mezz’ora d’auto da Torino. I carabinieri stanno anche ascoltando vicini di casa e parenti per ricostruire quanto accaduto e delineare un movente.

A dare l’allarme, secondo una prima ricostruzione, è stata la figlia dei proprietari di casa. La donna, che abita in un edificio di fronte ai genitori, non riuscendo a contattarli al telefono, è andata a suonare il campanello e, non trovandoli in casa, ha chiamato i carabinieri.

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Tragedia a Sestriere: uomo precipita nel vuoto dopo essersi seduto ad una staccionata crollata di colpo

sabato, Febbraio 20th, 2021

SESTRIERE. Un uomo di cui non sono state ancora rese note le generalità è morto a Sestriere sul sentiero che porta in località Monterotta. Con altri tre amici si è appoggiato o forse seduto su una staccionata lungo il cammino che di colpo ha ceduto. Le persone che erano con lui sono riuscite in qualche modo ad aggrapparsi alla struttura, mentre lui è caduto nel vuoto. Immediati quanto inutili i soccorsi con l’elicottero.

LA STAMPA

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