Sommergibile disperso vicino al relitto del Titanic: corsa contro il tempo per ritrovare il Titan

I due ROV azionati dalla nave Deep Energy, capaci di muoversi fino a circa 3.000-4.000 metri, non hanno trovato nulla. «L’ROV ha telecamere e luci ma nelle profondità non vede molto — nota Marquet —. Va nella zona, manovra tra le correnti, striscia in avanti nel buio totale alla ricerca di quello che è un oggetto grande quanto un piccolo autobus. E ci sono pezzi del Titanic e formazioni rocciose intorno alle quali deve manovrare». Altri tre ROV erano attesi nella notte: tra questi, Victor 6000, in arrivo con i francesi della nave Atalante a pochissime ore dalla fine stimata dell’ossigeno (e richiedeva due ore per montarlo). «Dobbiamo tentare», dicevano gli specialisti a bordo. Victor possiede braccia meccaniche in grado di districare il Titan, se si trovasse incagliato, e anche di legarlo ad un cavo che lo tiri in superficie.

Nel caso di ritrovamento il piano per il recupero consiste nell’uso di un sistema ideato dalla Marina americana, il Flyaway Deep Ocean Salvage System (Fadoss), arrivato ieri a St. John’s, sull’Isola di Terranova, spiega il capitano Marquet. «È in pratica un lungo cavo su una spola che può essere montato temporaneamente su una nave. Tipicamente viene usato sulle navi utilizzate per i pozzi petroliferi. Ma prima di tutto il problema è trovare il sommergibile». Parte del problema è poi che l’area di ricerca era ancora enorme ieri, il doppio del giorno prima: due volte le dimensioni della Campania. A un certo punto, uno degli aerei in perlustrazione 24 ore su 24 ha avvistato un oggetto rettangolare in superficie. La Guardia Costiera ha però poi escluso che si trattasse di un pezzo del sommergibile.

CORRIERE.IT

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