Dalla tredicesima all’Irpef: ecco tutte le novità sul Fisco

Luca Sablone

La delega fiscale inizia a prendere forma, assumendo una fisionomia che rispecchia i contenuti del programma del centrodestra premiato dagli italiani alle elezioni politiche. La commissione Finanze alla Camera ha iniziato l’esame degli emendamenti: il governo ha presentato un pacchetto di 10 proposte di modifiche; il termine per presentare gli emendamenti è stato fissato per domani mattina alle 12. Il Fisco del nostro Paese si prepara così a cambiare attraverso una serie di novità sia per i lavoratori dipendenti sia per gli autonomi. Sono diverse le misure che di fatto segneranno un vero e proprio cambio di passo rispetto al passato. Dalla riduzione di tasse sulla tredicesima fino all’Irpef a rate passando per la flat tax: ecco cosa può cambiare.Riforma del fisco, tasse a rate e acconti ridotti

Tredicesima e flat tax

Come riferito dall’Ansa, un emendamento del governo alla delega fiscale prevede una detassazione sulla tredicesima. La rotta tracciata dall’esecutivo è quella di dare sostegno al lavoro dipendente intervenendo attraverso la leva fiscale. Allo stesso tempo viene messa in modalità d’attesa la flat tax incrementale: il comma che la prevedeva viene sostituito con “l’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito di un’imposta sostitutiva Irpef e delle relative addizionali, in misura agevolata sui premi di produttività, sulle retribuzioni corrisposte a titolo di straordinario che eccedono una determinata soglia e per i redditi riconducibili alla tredicesima”.

Irpef a rate per gli autonomi

Un emendamento dei relatori alla delega fiscale stabilisce una periodicità mensile per il versamento degli acconti e dei saldi delle tasse per autonomi e professionisti. Al centro della modifica potrebbero finire le modalità di versamento dell’Irpef dovuta dai lavoratori autonomi, dagli imprenditori individuali e da tutti i contribuenti “cui si applicano gli indici sintetici di affidabilità fiscale”.

In sostanza si dovrebbe mantenere l’attuale sistema di calcolo del saldo e degli acconti anche previsionale, senza penalizzazioni per i contribuenti. Una “più equa” distribuzione delle tasse potrebbe passare pure tramite un meccanismo di progressiva introduzione della periodicità mensile degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto. Viene precisato che l’intervento è “senza maggiori oneri pe la finanza pubblica”.

Il controllo sul gioco illegale

Nell’ottica del contrasto alla pratica del gioco illecito sarà fondamentale il coinvolgimento della Guardia di finanza. Il testo stabilisce che la definizione dei piani annuali di controlli sia fatta di concerto con il Comando generale della Gdf. Nella relazione illustrativa si legge che si mira non solo ad assicurare “il più efficace coordinamento delle attività di controllo del settore” ma anche a garantire “incisività al dispositivo di contrasto”.

La stretta sulla cannabis light

La stretta sulla cannabis light comprende il divieto di vendita per i minorenni, la tassazione come per le sigarette e l’introduzione di un regime autorizzatorio da parte dell’Agenzia delle dogane. La commercializzazione sarebbe limitata prevalentemente alle rivendite di generi di monopolio o punti di vendita specializzati con patentino per la vendita di generi di monopolio. Scatterebbe il divieto di vendita a distanza, nei distributori automatici e di pubblicità.

La tassa minima globale per le multinazionali

Si va verso l’introduzione della tassazione minima globale. Ci si potrebbe avvalere pure della facoltà di introdurre una disposizione interna secondo cui l’imposizione mimima globale è applicata alle imprese del gruppo situate nel territorio dello Stato italiano se e nella misura in cui si verifica una sotto-imposizione, fino al raggiungimento dell’aliquota minima effettiva del 15%. In tal modo si vuole recepire nell’ordinamento la direttiva Ue per “garantire un livello di imposizione fiscale minimo globale per i gruppi multinazionali di imprese e i gruppi nazionali su larga scala nell’Unione”.

Smart working e residenza fiscale

Un emendamento riformulato alla delega fiscale approvato in commissione Finanze alla Camera prevede di adeguare la residenza fiscale anche alla prestazione lavorativa in smart working. La delega prevede che si provveda alla “revisione della disciplina della residenza fiscale delle persone fisiche, delle società e degli enti diversi dalle società come criterio di collegamento personale all’imposizione, al fine di renderla coerente con la migliore prassi internazionale e con le convenzioni sottoscritte dall’Italia per evitare le doppie imposizioni, nonché coordinarla con la disciplina della stabile organizzazione e dei regimi speciali vigenti per i soggetti che trasferiscono la residenza in Italia”.

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