Bomba immigrazione per destabilizzare l’Italia: attacco calcolato a Meloni e Piantedosi

Secondo la narrazione dei «galletti», una volta insediata al Governo, la premier italiana si sarebbe ricreduta sugli slogan della campagna elettorale per accreditarsi in Europa e garantirsi, da un lato la sua permanenza a Palazzo Chigi e, dall’altro qualche sconto sul Pnrr o nella revisione delle regole di bilancio del Patto di stabilità. In realtà, lo scopo di Meloni-Piantedosi rimane sempre quello di ridurre il numero degli arrivi e avviare un grande piano Marshall/Mattei per l’Africa. Ma ora bisogna gestire l’emergenza e i migranti non possono essere tenuti in condizioni disumane, come invece il mondo paventava sarebbe successo con il governo di centrodestra. Secondo un rapporto riservato, i centri d’accoglienza sono spesso in condizioni igieniche precarie perché gli stessi ospiti, probabilmente indotti a farlo da chine coltiva l’interesse, li sottopongono ad atti vandalici. Così come, in molti casi, la causa della permanenza eccessiva in questi luoghi non è dovuta al sistema Italia che non funziona, ma al fatto che molti migranti si sottraggono persino alle procedure di identificazione. E non è un caso se gli attacchi francesi sono cominciati ad arrivare proprio quando è stato rilevato il sovraffollamento dell’hotspot di Lampedusa dove, rispetto a una capienza di 400 persone, erano arrivati a quasi quattro mila. Ma questa volta la risposta del Viminale è stata immediata e i cugini d’Oltralpe non hanno potuto fare altro che ingoiare il rospo. E questo grazie all’adozione di sistemi più veloci di identificazione e triage sanitario e l’implementazione di un sistema di trasporti da Lampedusa verso la terraferma via nave e aereo più rapido, incluso la decisione di affidare la gestione del Centro alla Croce Rossa Italiana, oltre all’apertura di nuovi hot spot di primissima accoglienza in luoghi di sbarco.

Obiettivi: in primis svuotare Lampedusa e, a seguire, una distribuzione dei migranti il più possibile parcellizzata sui territori. La linea dell’Esecutivo rimane sempre quella di ridurre al minimo gli arrivi di migranti in Italia e, per questo, procede il lavoro diplomatico sia con la Tunisia – da dove arrivano i due terzi dei barconi e dove domani andrà in missione il ministro Piantedosi – sia con la Libia, in particolare con la Cirenaica del generale Khalifa Haftar, non a caso in visita in Italia la scorsa settimana. Proprio in quel Governo, ritroviamo come Ministro degli esteri Hafed Gaddur, da sempre grande amico dell’Italia. A essere spiazzati non sono solo i francesi che «credono volentieri ciò che vogliono» (fere libenter id quod volunt credunt), come scriveva Giulio Cesare nel «De bello gallico», ma anche la sinistra italiana, rimasta senza argomenti rispetto a un’accoglienza che, nonostante i proclami e i vari Soumahoro, non è mai riuscita a realizzare.

IL TEMPO

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