Populisti all’angolo

L’arroganza di chi prima ha sbandierato ai quattro venti – persino dal balcone di palazzo Chigi – che l’Italia non sarebbe mai stata prona ai voleri di quegli affamatori di Bruxelles, e poi ha mostrato sufficienza nel pensare che sarebbe bastato qualche ritocco alla manovra per ammansire gli eurocrati, con Salvini e Di Maio ad avvicendarsi nel ruolo di pompiere e di incendiario, ha consumato la già minima credibilità dell’Italia. Inducendo i governi europei – tutti, nessuno escluso, a cominciare da quelli più sovranisti – a mettere il veto su qualunque compromesso che potesse far immaginare una qualche indulgenza verso Roma. Così l’asticella della possibile intesa è stata via via spostata, fino a quando ieri si è convenuto che il deficit sarebbe sceso al 2%, seppure con un pudico 0,04 in più a rendere meno evidente la calata delle braghe. Che non è l’1,8% chiesto dalla Commissione, ma gli si avvicina.
Tuttavia, la partita non è sui numeri, ma politica, e il gioco di Bruxelles è quello della delegittimazione del primo, e finora unico, governo europeo dichiaratamente populista. Per questo non è detto che Juncker e Moscovici, spalleggiati da tutte le cancellerie, non tentino comunque di mettere il duo Salvini-Di Maio in fuorigioco, alzando ulteriormente la posta. Contando sul fatto che la recessione alle porte dell’Italia faccia il resto. 

QN.NET

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.