Sanremo 2018, ecco i Big: da Elio a Fogli e Facchinetti, meno talent ed ex vincitori

SANREMO Tanta nostalgia. E ogni generazione avrà la sua. Meno talent. Niente rap. Tanti ex vincitori. È questa la prima firma di Claudio Baglioni sul Festival che ha annunciato il cast ieri in diretta su Rai1. La nostalgia c’è. Ma non è quella che pesca fra le mummie di stampo baudiano anni 80. Vietata l’ironia sul titolo con cui si presentano gli ex Pooh Roby Facchinetti e Riccardo Fogli: «Il segreto del tempo». A proposito di Pooh, non ce ne libereremo mai: c’è anche Red Canzian. Chi chiama Battaglia e D’Orazio per capire chi televotano? Si guarda al passato. Soprattutto nell’Albo d’oro. I Pooh lo avevano vinto. Come Luca Barbarossa che torna dopo essersi reinventato fra teatro e radio. Non si giudica un brano dal titolo ma «Passame er sale» sarà ironia o sorriso amaro?

Partecipazione numero 11 e due vittorie per il senatore Enrico Ruggeri con i Decibel che erano già stati qui nel 1980 con «Contessa». Un altro col curriculum da primo posto (nel ‘96) è Ron («Almeno pensami»). Ornella Vanoni non molla. Sarà l’ultima tappa della carriera? Questa volta chiederà una mano a due autori di classe come Pacifico e Bungaro («Imparare ad amarsi»). A proposito di autori eleganti, ma ci spostiamo al contemporaneo, ecco Giovanni Caccamo («Eterno»), vincitore fra i Giovani 2015, e Renzo Rubino («Custodire»). Gruppi che danno l’addio: ci sono Elio e le Storie Tese in odore di tour (nonostante avessero promesso un solo show finale). Gruppi che si rimettono assieme: Le Vibrazioni («Così sbagliato»). Categoria convertiti alla lingua italiana. Il soul di Mario Biondi presenta «Rivederti» e The Kolors ci racconteranno di una certa «Frida». In passato avevano cantato in italiano, ma erano episodi secondari o cover.

In calo la quota ex talent. Nessuno di quelli freschi. Se lo capisce anche Sanremo, forse un’epoca va verso il tramonto. Oltre ai Kolors ci sono soltanto Annalisa («Il mondo prima di te») e Noemi («Non smettere mai di cercarmi»), ormai abbonate a Sanremo. Una tacca in più anche per Nina Zilli («Senza appartenere») e un ritorno sempre centrato per Max Gazzè («La leggenda di Cristalda e Pizzomunno»). Non è Festival se non c’è la strana coppia. Quella di quest’anno è Ermal Meta e Fabrizio Moro. «Non mi avete fatto niente» si annuncia come un progetto cantautorale, impegnato. Sembrano strani, ma non lo sono avendo collaborato in passato, Diodato e Roy Paci («Adesso»): cantautorato e contaminazione. Ci sarà molto teatro per Enzo Avitabile e Peppe Servillo («Il coraggio di ogni giorno»). La goliardia universitaria dello Stato Sociale «Una vita in vacanza». Per tanti un nome sconosciuto, ma circa 60 mila presenze nell’ultimo tour li hanno spinti fino a qui.

Ci sono anche i Giovani. Si sono proposti in 650, alla serata di ieri ne sono arrivati 16 giudicati da una commissione presieduta da Baglioni, il televoto e una giuria con Ambra Angiolini, Gabriele Salvatores, Piero Pelù, Francesco Facchinetti e Irene Grandi.

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