Chi favorisce la nuova legge elettorale concordata da Pd, Forza Italia, Lega e Alternativa popolare? E chi danneggia? Essa è un misto di proporzionale (64 per cento) e di maggioritario (36 per cento) con una soglia di sbarramento che resta al 3 per cento (piace perciò al partito di Alfano). Essa ha il vantaggio di evitare la lista unica nell’illusione di raggiungere il 40 per cento previsto dalla legge in vigore per ottenere il premio di maggioranza. Non la volevano Berlusconi e Salvini, non la voleva Pisapia del cui sostegno Renzi non vorrebbe fare a meno. Il sistema maggioritario prevede inoltre il ritorno alle coalizioni (sia pure in misura molto più ridotta rispetto al vecchio Mattarellum che vide vincitori sia Prodi che Berlusconi) e quindi consente a Berlusconi di ricostituire il vecchio centrodestra scegliendo candidati comuni in 231 collegi alla Camera e consente a Renzi di allearsi con Pisapia. I segretari si leccano i baffi perché potranno scegliere gran parte dei candidati sia nei collegi del maggioritario che nella quota proporzionale dei piccoli listini bloccati.

L’assenza di preferenze fa risparmiare soldi, evita episodi di malcostume, ma consegna il Parlamento nelle mani dei leader politici. L’idea di scegliersi deputati e senatori piace molto al Cavaliere, ma il sistema gli fa correre molti rischi. Nelle ultime elezioni, egli ha riempito il Senato di parecchi parlamentari dell’Italia del Sud. La gran parte di questi è convinta di non essere rieletta, a meno di non far parte di una situazione blindata nel proporzionale, visto che nei collegi il bottino si annuncia molto modesto. Si aggiunga che nel Nord – dove i candidati del maggioritario andranno concordati con la Lega – il partito di Salvini potrebbe acquisire molti seggi insperati a danno di Forza Italia. Berlusconi dunque potrebbe avere un partito di fedelissimi, ma molto ridimensionato e quindi molto debole nelle trattative post elettorali.

Sia nei confronti di Salvini se ci sarà una forte affermazione del centrodestra, sia nei confronti di Renzi se fosse necessaria una Grande Coalizione tra Pd e Forza Italia. Perché anche questo sistema, alla luce dei sondaggi attuali, non garantisce alcuna maggioranza parlamentare. Si aggiunga che il Pd nel Nord rischia di perdere molti collegi e se il segretario assegnerà i posti migliori, moltissimi degli attuali parlamentari non saranno rieletti, visto che si tratta di figli della segreteria Bersani. Il progetto non piace al partito di Bersani perché favorisce coalizioni indigeste. Non piace a Giorgia Meloni perché senza preferenze il suo partito è più debole. E fa infuriare i 5 Stelle perché loro non si coalizzano per mantenere integra la propria purezza. Se si fanno due conti, non è difficile prevedere che in un voto segreto il progetto possa essere bocciato dai partiti contrari e dai franchi tiratori di quelli favorevoli…

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