Famiglie fuorilegge, la procura di Padova impugna 33 atti di nascita di bimbi con due mamme

Laura Berlinghieri

PADOVA. Trentatré famiglie, e chissà quante altre ce ne saranno, che rischiano di venire cancellate da un atto giudiziario. I documenti stanno venendo notificati in questi giorni ad altrettante coppie di donne omosessuali di Padova. Contengono la richiesta della Procura, indirizzata al Tribunale, di rettifica dell’atto di nascita dei loro figli: eliminando il nome delle madri non biologiche, indicate come “secondo genitore”, e rettificando i cognomi dei bambini, togliendo quello della seconda mamma. Per una delle coppie il tribunale ha già fissato la data dell’udienza per la discussione del ricorso: sarà il 14 novembre.

«Per nostra figlia rischia di essere un trauma, in una fase delicata dello sviluppo. Non avrà più un fratello e una mamma» dice la madre biologica della bambina. La donna ha 40 anni, come la moglie; si sono sposate all’estero. La loro bambina ha quasi sei anni, l’anno prossimo frequenterà la prima elementare. Ha un fratellino, figlio della mamma non biologica. Dal 14 novembre, potrebbe non averlo più.
Dopo la richiesta, inviata ad aprile dalla Procura di Padova al Comune, su impulso del ministro dell’Interno Piantedosi, di ricevere tutti gli atti di nascita relativi ai bambini con due mamme, è arrivata la risposta del pm: la richiesta di rettifica di tutti i 33 documenti. Ed è una richiesta che amplia il raggio di quanto avvenuto a Milano, dove già quattro atti di nascita erano stati impugnati. Tutti successivi, però, alla pronuncia della Cassazione, che dal 30 dicembre scorso proibisce la trascrizione per i bambini con genitori gay.

La Procura di Padova invece è andata oltre, impugnando tutti gli atti dal 2017. Nel ricorso viene citata «la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione in materia», e, richiamando i compiti di vigilanza sullo stato civile attribuiti dal legislatore alla Procura della Repubblica, viene ritenuta «illegittima l’indicazione nell’atto di nascita in questione del nominativo» della mamma non biologica «quale secondo genitore». Se il tribunale dovesse accogliere la richiesta della Procura, dall’oggi al domani questi 33 bambini si ritroveranno formalmente orfani di uno dei loro genitori. Dall’oggi al domani, 33 mamme non saranno più nulla, per la legge italiana. Non potranno andare a prendere i figli a scuola, portarli dal medico, firmare le giustificazioni sul libretto scolastico. Il rapporto più solido spazzato via da un atto giudiziario.

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