Bimbo ucciso da youtuber, due testimoni: «Quel Suv andava velocissimo». Perquisite le abitazioni dei 5 ragazzi, trovate anche schede video

Gli accertamenti riguarderebbero anche i rapporti commerciali e pubblicitari con il concessionario di supercar «Skylimit» per capire a quale titolo e a chi sia stato concesso l’utilizzo dell’auto e se sia stato comunicato al ministero dell’Interno — come prevede la legge (decreto Sicurezza) — il nominativo di chi l’ha noleggiata. Nuove verifiche oltre a quelle sulla ricostruzione dell’incidente, con l’analisi dei video fatti dai ragazzi a bordo del Suv anche con le mini-telecamere GoPro che, come confermano alcuni testimoni, utilizzavano sulla supercar almeno dalla giornata di lunedì. I cinque, che avrebbero ricevuto minacce sui social — la famiglia di Di Pietro ha cambiato casa, tanto che ieri i carabinieri al loro indirizzo non hanno trovato nessuno —, sono stati sentiti ancora con alcune persone.

La famiglia Di Pietro, assistita dall’avvocato Francesco Consalvi, fa sentire la propria voce con una doppia puntualizzazione sulla dinamica dell’incidente: «È giusto chiarire alcuni punti. Come appare nelle fotografie scattate dagli investigatori in seguito all’impatto, la Smart viaggiava nella corsia opposta alla Lamborghini e avrebbe dovuto cedere la precedenza. Quanto alle sostanze stupefacenti, il mio cliente era in regola: diversamente sarebbe stato oggetto di misure da parte dell’autorità giudiziaria».

CORRIERE.IT

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