Facebook addio, Zuckerberg cambia nome in Meta per allontanare i guai

Già, ma quali regole? Cosa succederà, reputazione a parte, a Facebook? Qui è tutto molto più incerto: in Congresso sono in corso su vari fronti tentativi di portare avanti limitate iniziative bipartisan ma, ad esempio, sulla Section 230, la norma che garantisce alle reti sociali totale immunità per i contenuti pubblicati, tutti vogliono cambiare ma con filosofie opposte: i democratici vogliono la cancellazione dei contenuti falsi mentre i repubblicani minacciano rappresaglie in caso di censure che loro considerano scorrette o dannose per i conservatori.

Per ora le novità più rilevanti per Facebook possono venire da guai societari e con le authority di mercato con sullo sfondo la possibilità che Zuckerberg, ormai divenuto un bersaglio troppo ingombrante, lasci la guida operativa a un altro manager (come hanno fatto tanti prima di lui, da Jeff Bezos a Bill Gates), pur mantenendo il totale controllo di un gruppo del quale detiene la maggioranza assoluta dei diritti di voto. Il Congresso, poi, prima di introdurre vincoli e regole di comportamento che potrebbero essere contestate sul terreno del diritto alla piena libertà d’espressione, potrebbe obbligare le aziende di big tech ad essere più trasparenti non solo sui dati di bilancio, ma anche sulle conseguenze sociali e politiche delle loro attività, visto che questi gruppi sono ormai diventati uno Stato nello Stato.

CORRIERE.IT

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