Incognita variante indiana
Gli scienziati della Public Health England (PHE) stanno apportando nuove ricerche per vedere quanto sia più contagiosa delle altre, se lo è. A destare maggior preoccupazione sarebbe la mutazione L452R. Ritenuta la probabile responsabile di alcuni focolai in California, si ritiene che la capacità della proteina spike di legarsi alle cellule ospiti umane aumenti la sua infettività. Così come sembrerebbe in grado, forse, di sfuggire alla copertura dei vaccini. Ma, come sostenuto dal Guardian, è piuttosto difficile che le mutazioni della variante rendano i vaccini completamente inefficaci. L’altra mutazione E484Q, invece, è simile a quella già identificata nelle varianti brasiliana e sudafricana (E484K). Secondo Jeffrey Barrett del Sanger Institute, quella indiana potrebbe risultare ancor meno problematica rispetto a queste ultime due, fiducioso per la sua bassa trasmissibilità.
Anche se l’impennata dei casi risale a fine marzo, la variante indiana, come scritto, è stata riscontrata da mesi e la sua diffusione è avvenuta in regioni e con intensità diverse. Il motivo di un incremento così esponenziale non è chiaro: alcuni attribuiscono la responsabilità agli assembramenti precedenti alle elezioni, con il presidente Modi impegnato in comizi elettorali in Kerala, Tamil Nadu e Puducherry, così come all’allentamento delle misure restrittive.
Quale variante sia a mettere in ginocchio l’India è una domanda a cui dovranno dar risposta gli scienziati. Nel frattempo, si è deciso per altri sette giorni di lockdown per la capitale. Il governo di Nuova Delhi prova a porre rimedio alla situazione senza le armi principali a sua disposizione: i posti letto sono esauriti, le scorte di ossigeno anche e i pazienti, anche quelli malati, vengono allontanati dagli ospedali. Il 10 marzo è stato registrato il primo caso di variante indiana anche in Italia, a Firenze. Lo stesso in Svizzera, ieri. Le autorità belghe hanno dichiarato che un gruppo di 20 studenti infermieri indiani arrivati da Parigi erano risultati positivi alla variante, così come almeno un positivo è stato registrato su tutti i voli da Nuova Delhi al Canada nel periodo compreso tra il 4 e il 14 aprile. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, assicura “sostegno” all’India: in un tweet, ha scritto che l’Ue “sta mettendo in comune le risorse per rispondere rapidamente alla richiesta di assistenza attraverso il Meccanismo di protezione civile europeo”.
Il primo ministro Boris Johnson si è visto costretto ad annullare il suo incontro con Narendra Modi, dove avrebbero discusso di vaccini di cui l’India è uno dei maggiori produttori. Ma che, adesso, con la stessa urgenza delle dosi deve pensare alle riserve di ossigeno. Il Max Hospitals di Nuova Delhi supplica il governo a fornirne il maggior numero il prima possibile, altrimenti “l’inferno si scatenerà”.
L’HUFFPOST
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