Coronavirus in Italia, il bollettino del 9 aprile: 18.938 nuovi casi, 718 decessi. Indice di positività al 5,22 per cento

Ad accelerare la campagna vaccinale potrebbe contribuire anche l’allungamento dei tempi per il richiamo del vaccino Pfizer. «Ci sono dati che indicano che è possibile allungare l’intervallo da 21 a 42 giorni senza perdere l’efficacia della copertura vaccinale. Questo consente di incrementare il numero delle persone che possono ricevere la prima dose», ha affermato il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli. «C’è questo tipo di indicazione, poi l’attuazione pratica spetta al ministero della Salute, però i presupposti immunologici e biologici ci sono tutti», ha aggiunto il professore che è anche Coordinatore del Cts ascoltatissimo da Draghi e Speranza. Coronavirus, la qualità delle mascherine Ffp2: ecco i risultati del nostro test

I signori della pillola provano nel frattempo a rassicurare che la produzione di vaccini d’ora in avanti consentirà di rispettare i tempi di consegna fissati dai contratti. «Dobbiamo avere un po’ di pazienza, ma ci siamo. Credo che arriveremo a regime nei prossimi 2 mesi con le produzioni, sono stati trovati altri impianti di produzione in Europa e non solo. Per quanto riguarda il progetto italiano, l’obiettivo è avere aziende validate entro il 2022 perché sappiamo che con questo problema avremo a che fare anche nei prossimi anni e purtroppo questa pandemia non sarà l’ultima». Ad assicurarlo è Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, che è però anche a capo della Jansen Italia. L’azienda produttrice del vaccino Johnson & Johnson che inizierà a inviare dosi nel nostro Paese dal 19 di aprile ma, almeno inizialmente con il contagocce. 

Continua nel frattempo la fuga di vaccini dall’Ue. Un portavoce della Commissione informa che dal 30 gennaio al 7 aprile, la stessa Commissione europea ha autorizzato 531 richieste di esportazione attraverso il suo meccanismo per l’export dei vaccini contro il Covid-19, per un totale di 81 milioni di dosi esportate verso 42 Paesi extra-Ue. Una sola richiesta è stata respinta, vale a dire quella di AstraZeneca negata dall’Italia. Coronavirus, usare la mascherina sui mezzi pubblici è fondamentale: la simulazione è inquietante

A quantificare quanto sia a vantaggio del vaccino di AstraZeneca il rapporto rischio-beneficio lo svela a sua volta un modello matematico dell’Università di Cambridge che stima qual è il rischio di severi eventi avversi dovuti alla vaccinazione e quale il rischio di finire in terapia intensiva per Covid non vaccinandosi: per una incidenza simile a quella attuale in Italia (200 casi per 100.000 abitanti a settimana), il rischio no-vax è sette volte maggiore al rischio vax per i 20-29enni, 30 volte maggiore per i 30-39enni, 100 volte maggiore per i 40-49enni, 240 volte maggiore per i 50-59enni, 640 volte maggiore per i 60-69enni.

Intanto a sollecitare le riaperture è il settore fieristico. “Il sistema fieristico italiano – ha dichiarato Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano – rappresenta da sempre un asset insostituibile per la competitività dell’industria italiana e la crescita del tessuto produttivo del Paese. Predisporre un piano per la sua riapertura come auspicato dal Presidente Draghi significa aiutare il paese a ripartire. Il contributo al PIL generato dalle “vendite fieristiche” nel 2019 è stato di 53,7 miliardi di euro, con una ricaduta sul territorio di circa 8,3 miliardi di indotto. Numeri sicuramente importanti da cui ripartire. Per questo siamo pronti a fare la nostra parte e dare il nostro contributo per la ripartenza. Le fiere hanno tutte le caratteristiche per assicurare distanziamento,  controllo dei flussi di persone e tracciamento di chi partecipa ai nostri eventi”. Coronavirus, la simulazione della dispersione e persistenza nell’aria delle goccioline in una stanza dopo un colpo di tosse stanza dopo un colpo di tosse

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