Vaccini anti-Covid ai bambini: ecco come si sperimentano e perché funzionano

5 – Ci sono alternative?
È il meccanismo del cross over. Ecco come funziona : lo studio parte col sistema del doppio cieco, dopo sei mesi il gruppo che nella prima fase ha ricevuto il vaccino viene trattato col placebo e viceversa. In questo modo si è sicuri di non lasciare i ragazzi senza protezione a lungo. Il rischio che si ha usando il placebo, in particolare con gli adolescenti è che, credendosi vaccinati, tendano ad avere comportamenti meno attenti. Tuttavia L’agenzia americana FDA ha approvato gli studi pediatrici in doppio cieco.

6 – Quali sono le aziende farmaceutiche che hanno già avviato studi su bambini e adolescenti?
Pfizer-Biontech coinvolgerà circa 6 mila ragazzi, anche europei. Moderna ha già completato lo studio sugli adolescenti e si appresta a cominciare con i più piccoli da 0 a 12 anni. Per il momento non c’è notizia che la sperimentazione possa includere gli europei come invece farà AstraZeneca su 12-17enni e da 0 a 11 anni. Il preparato di Janssen (Johnson & Johnson) verrà testato su 3.500 soggetti pediatrici. Sarebbe ideale per la popolazione giovanile perché richiede un’unica dose e potrebbe essere somministrato a scuola e in farmacia. Non c’è alcuna ragione biologica/immunologica per pensare che questi vaccini non sia altrettanto efficaci nei bambini/ragazzi. Anzi saranno sicuramente più protettivi rispetto a quanto lo sono negli adulti e avranno un’efficacia più duratura perché con l’avanzare dell’età il sistema immunitario tende a “dimenticare” più in fretta.

7 – Verranno coinvolti centri italiani?
Ad esclusione di Moderna, Pfizer, Astra Zeneca e forse J&J stanno gia reclutando in Europa o lo stanno proponendo. Il Bambino Gesù ha aderito al trial AstraZeneca che prevede almeno 660 adolescenti tra i 12 e i 18 anni.

8 – A chi dare la precedenza fra i giovanissimi?
Completare la sperimentazione nella popolazione pediatrica è di vitale importanza per raggiungere l’immunità di massa. Bambini e adolescenti, sebbene gravati da sintomi molto minori, si infettano e sono un serbatoio di circolazione virale che favorisce la formazione di varianti virali. Bisogna fare in fretta per immunizzarli. Dovendo fare una scelta, meglio cominciare dagli adolescenti perché si muovono di più, sono meno controllabili ed è difficile tenerli a casa ancora a lungo. I bambini però sono quelli socialmente più attivi nel senso che baciano e abbracciano molto e sono baciati e abbracciati molto.

CORRIERE.IT

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