Nei Dem una difficile successione

marcello sorgi

Alla fine potrebbe toccare a un ticket formato dall’ex-ministro Provenzano e da una donna. Giovane, non ancora quarantenne, laureato e specializzato alla Scuola Sant’Anna di Pisa, un legame d’affetto quasi familiare con Emanuele Macaluso per via delle comuni origini siciliane di Caltanissetta, al nome di Provenzano il gruppo dirigente è arrivato dopo una serie di valutazioni, anche se non è detto che si tratti di una scelta definitiva.

Il tempo stringe. Da quando è diventato chiaro che le dimissioni di Zingaretti sono definitive, il Pd è assediato. Ieri dalle Sardine, affacciatesi al Nazareno con tanto di sacchi a pelo come per un’occupazione, da Grillo, che si è provocatoriamente proposto come successore, e da Renzi, che ha incassato l’uscita di scena dell’ex-leader suo avversario. L’idea di arrivare all’Assemblea di sabato 13 per nominare, intanto un reggente, e il nuovo leader al congresso in autunno, si è rivelata via via insufficiente rispetto alle prossime, pesanti scadenze politiche autunnali. Insomma, ci vuole subito un segretario, in grado di condurre autonomamente le trattative per le coalizioni da lanciare nelle grandi città in cui sono chiamati a votare oltre tredici milioni di elettori e poi di impegnarsi in prima persona in una delle campagne elettorali più difficili che il partito abbia mai dovuto affrontare.

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