La variante inglese corre: «Colpito un infetto su 5». Brusaferro: «Presto diventerà prevalente»

di Mauro Evangelisti e Cristiana Mangani

La presenza delle varianti del coronavirus, soprattutto quella inglese, che si trasmettono a una velocità sostenuta, non consente distrazioni. Anzi, il report settimanale della cabina di regia (Istituto superiore di sanità e Ministero della Salute) avverte: «In questa fase delicata dell’epidemia, con una circolazione diffusa di varianti virali a maggiore trasmissibilità, si confermano segnali di contro-tendenza nell’evoluzione epidemiologica che potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente rafforzate/innalzate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale». Chiaro, no? Ci aspettiamo un aumento della diffusione del virus a causa delle varianti, dobbiamo rendere più rigorosi i provvedimenti di contenimento.

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CINEMA E TEATRI
Niente spostamenti tra Regioni almeno fino al 25 febbraio: l’Rt medio in tutta Italia è in risalita, e il Consiglio dei ministri uscente ha disposto il prolungamento del divieto. Le varianti e la risalita dei contagi continuano a preoccupare, tanto che il Comitato tecnico scientifico non è d’accordo a dare l’ok alla riapertura di cinema, teatri e ristoranti negli orari serali.
Gli esperti, poi, sembrano essere poco convinti sulla possibilità che si torni a sciare. «Pericoloso far ripartire lo sci», dicono. Tutto questo mentre i titolari degli impianti si stanno preparando a riaprire mettendo a punto un piano di sicurezza che prevede mascherine, ingressi limitati e distanziamento. Il testo del provvedimento non prevede, almeno al momento, la proroga fino al 5 marzo, quando scadranno le altre misure anti-Covid. Anche se è ancora possibile che il nuovo governo prenda una decisione diversa. Inizialmente doveva essere un provvedimento ponte di una settimana, poi si era ipotizzato di andare fino al 5 marzo «per uniformare le scadenze dei divieti». Alla fine si è trovata la soluzione che consentisse al nuovo governo, guidato da Mario Draghi, di decidere prima della scadenza del Dpcm, che è appunto fissata al 5 marzo. Il governo uscente ha invece deciso di non prorogare il divieto di apertura degli impianti da sci e dunque il via libera rimane fissato al 15 febbraio nelle regioni gialle. Se si va in albergo si dovrà rimanere nella propria regione, se invece si ha una seconda casa si potrà raggiungerla anche se si trova in zona arancione o rossa.
Cambiano i colori delle Regioni: Toscana in arancione da domani, Umbria verso la zona rossa, mentre Valle d’Aosta e Sardegna potrebbero raggiungere la tanto agognata zona bianca. Passa la linea dei ministri Roberto Speranza (confermato) e Francesco Boccia (che finisce la sua esperienza al governo) che negli ultimi giorni hanno gestito l’emergenza mettendo in guardia dai rischi di un allentamento, soprattutto per la presenza delle varianti e perché coincide con la riapertura degli impianti sciistici. Supportati da un documento firmato dai governatori che va proprio in questa direzione.

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