Lombardia, gli ex consiglieri e i bonus a vita: uffici, mensa e un palco alla Scala. Ora una legge per cancellarli

Ma stando alla proposta di legge, si tratta di un guscio vuoto: non è iscritta al registro delle organizzazioni, non dispone di patrimonio mobile o immobile necessario al riconoscimento, è stata costituita su una mera scrittura privata e non ha il sigillo giuridico previsto dal Codice civile. Da qui la richiesta dell’abrogazione della legge 14/1990 con cui è stata costituita, con l’obiettivo che cessi di godere di simili privilegi. Vero che in molte Regioni, tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90, sono stati costituiti gruppi simili sul modello dell’Associazione degli ex Parlamentari, ma qui è stata abolita la definizione ex.


PRIVILEGI
La legge 1990, «configurandosi come un involucro che non sortisce alcuno degli effetti propri di una legge di riconoscimento – è scritto nella proposta – non può prevedere, in capo all’Associazione, l’assegnazione di una sede regionale. Probabilmente, ben consapevole di dover porre rimedio all’uso illegittimo di spazi e di locali, perpetrato nel tempo, l’Associazione ha anche modificato denominazione e statuto». Inglobando anche «tutti i consiglieri regionali della Lombardia in carica» in qualità di soci onorari. Nel frattempo, dagli anni 90, «il sentiment dei cittadini nei confronti della politica è molto cambiato, il concetto di casta e privilegio non è più tollerato». Mentre il numero di ex consiglieri è progressivamente aumentato e il tesoretto di quote associative «può garantire la continuità delle attività». Insomma, può andare avanti contando sulle proprie forze, senza bisogno di locali arredati, personale dedicato e mensa a prezzo speciale.

IL MESSAGGERO

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