Renzi: «Conte senza Italia Viva non ce la fa. Ora una coalizione, ruolo centrale al Pd»



Se anche non avesse i 161 voti, comunque Mattarella non avrebbe obiezioni.
«Ciò che decide di fare il presidente non si commenta. E ho molto rispetto per qualunque decisione verrà presa dal premier. Il presidente della Repubblica è l’arbitro in campo, noi giocatori dobbiamo rispettarne le decisioni senza troppe parole inutili».

Voi vi asterrete?
«Decideremo alla riunione di gruppo ma credo che sia la scelta più saggia».

Non teme che alcuni parlamentari possano lasciarla? Ieri un deputato è tornato nel Pd.
«Ogni giorno leggo di fughe da Italia viva raccontate dai media con la drammaticità di un esodo biblico. La realtà è che da quando siamo partiti abbiamo registrato quarantanove arrivi e due partenze. Numeri straordinari direi. E soprattutto numeri distanti dalla narrazione di un partito in crisi. Uno ci ha lasciati, altri sono in arrivo. E soprattutto il gruppo al Senato — decisivo per questa battaglia — è super compatto. Abbiamo diciotto senatori e il loro voto martedì sarà decisivo».

Che rimprovera a Conte?
«Non voglio personalizzare. Io so che molti mi odiano. E so anche che aver radicalizzato su di me è servito agli spin doctor di Chigi per guadagnare consenso sui social. Ma la democrazia non è Facebook. Stiamo parlando di politica, non di propaganda. Mai come in questo momento un governo può fare la differenza. Abbiamo la presidenza del G20, della Cop26, una situazione delicata nel Mediterraneo. E in settimana finirà la presidenza americana più populista della storia. Con Joe Biden alla Casa Bianca il mondo è un posto più sicuro e più accogliente per chi crede nel multilateralismo. Vogliamo che l’Italia sia protagonista. Si parli di questo, senza personalizzare su Conte-Renzi».

Se Conte si dimette, cosa chiederà Italia viva a Mattarella?
«C’è una bellissima frase di Paolo VI che un sacerdote amico mi ripete spesso. Dice che il nostro compito deve essere “Fare presto, fare bene, fare tutto, fare lietamente”. Se Conte si dimetterà noi chiederemo alle consultazioni di fare presto, perché non possiamo perdere nemmeno un giorno. Di fare tutto, perché ci vuole un programma da qui al 2023. Di fare bene, perché serve qualità al governo. Il fare lietamente forse non è la priorità in questo momento, ma sul resto direi che ci siamo».

Il ministro Gualtieri ha detto che la scelta di Iv è costata otto milioni di euro per l’aumento dello spread.
«Se facciamo presto non ci sarà nessun problema. E comunque abbiamo la Bce che vigila su di noi. Quanto ai soldi vorrei ricordare che la mancata attivazione del Mes ci è costata da giugno ad oggi qualcosa come 564 milioni. Ecco, se vogliamo fermarci alla matematica abbiamo molte ragioni da rivendicare. Suggerisco dunque a Gualtieri e agli altri di riprendere la via maestra della politica. Questo Paese ha bisogno di una visione. Tutto il resto è chiacchiericcio e non c’è tempo da perdere».

CORRIERE.IT

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