Governo e maggioranza: la strada smarrita

In attesa che la sfida contro il virus sia vinta ci sono imprese piccolissime e grandi che aspettano ristori adeguati. E quando la malattia sarà sconfitta l’Europa e il mondo saranno pervasi da una voglia frenetica di produrre, di inventare, di spendere e di vivere, dopo tante catene e privazioni. L’Italia corre il rischio di restare in coda, di immiserire la rinascita e il bisogno di un welfare moderno nei mille rivoli dell’assistenzialismo a fini elettorali. Ne sono stati esempio un reddito di cittadinanza, pur necessario, che nella sua realizzazione, in alcuni casi, ha trasformato l’utopia di Grillo in clientela, e i mille bonus privi di progetto.

Il Colle ha preso atto della volontà di Conte di assumere l’interim del ministero dell’Agricoltura, lasciato libero dalla dimissionaria Teresa Bellanova, e di presentarsi alle Camere per il chiarimento chiedendo la fiducia. Mattarella si è sempre mostrato rispettoso delle prerogative del Parlamento e del governo, e inflessibile nei compiti che la Costituzione gli assegna in una situazione di crisi. È stata questa la cifra di tutto il suo settennato. Purtroppo la politica per ora non lo ha seguito a sufficienza nel capire che questo è il momento dell’unità e della serietà. L’Italia è provata, ma ha energie e risorse enormi, di cui il Paese ha bisogno e che troppo spesso vengono ignorate. C’è l’opportunità di una strada comune per il rilancio, mettendo da parte gli interessi personali mascherati da bene nazionale e chiamando al confronto un arco ampio di forze politiche.

CORRIERE.IT

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