Georgia elezioni, i dem verso il controllo del Senato. Passa il reverendo Warnock, Ossoff annuncia la vittoria

Da tutti queste cifre un po’ intricate si possono ricavare un paio di indicazioni politiche piuttosto semplici, quasi intuitive. Primo: la campagna distruttiva di Donald Trump non ha pagato nelle urne. A Washington i repubblicani sono già divisi. Se dovessero perdere anche il controllo del Senato, che alla vigilia delle presidenziali sembrava scontato, precipiterebbero in una crisi drammatica. Il presidente in carica non riuscirà a ribaltare la vittoria di Trump. In compenso lascerà la Casa Bianca, passeggiando sulle macerie del partito repubblicano. Secondo: Joe Biden potrebbe superare il primo vero test. In queste settimane si è presentato come il pacificatore, il nuovo federatore del Paese. Adesso potrebbe ritrovarsi nelle condizioni migliori per sviluppare il suo programma. Se alla fine il Senato sarà guidato dai democratici, Biden potrà trattare su tutti i tavoli: con la sinistra del suo partito, con i moderati dello schieramento avversario, come Mitt Romney o Susan Collins, e persino con il marmoreo Mitch McConnell, leader a questo punto della minoranza.

Qualunque sia la strada scelta, Biden si troverà sempre in una posizione negoziale vantaggiosa, avendo a disposizione più soluzioni. Il primo risultato potrebbe essere la nomina del nuovo ministro della Giustizia. Potrà scegliere senza condizionamenti. E a Washington stasera riprende quota la candidatura di Sally Yates, particolarmente invisa ai trumpiani. Se, invece, il Senato dovesse restare ai repubblicani, il compito di Biden sarà più difficile, ma non impossibile. Non sappiamo ancora che cosa diventerà il blocco conservatore senza Trump alla Casa Bianca. Forse anche McConnell e gli altri stanno aspettando di ripristinare un minimo di normalità nella vita istituzionale e nella politica che è fatta anche di accordi e di compromessi.

CORRIERE.IT

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