Le piste da sci potrebbero non riaprire il 7 gennaio: il Cts boccia le linee guida delle Regioni

di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini

Le piste da sci potrebbero non riaprire il 7 gennaio: il Cts boccia le linee guida delle Regioni

Il Comitato tecnico scientifico boccia la proposta delle Regioni e la ripresa dello sci sembra nuovamente allontanarsi.

La riapertura degli impianti — prevista nell’attuale Dpcm per il 7 gennaio — era già stata ritenuta prematura dai gestori, ma durante l’ultima riunione del 24 dicembre gli esperti hanno rilevato numerose «carenze» nel piano consegnato dai governatori e indicato tutte le «necessità» per ripartire in sicurezza.

Ecco tutti i vari punti che dovranno essere rivisti o quantomeno aggiornati. Con una premessa contenuta nell’ultimo verbale: «Una parte rilevante dei mezzi di risalita nei comprensori sciistici (in particolare cabinovie e funivie) presentano caratteristiche strutturali e di carico tali da poter essere assimilati in tutto e per tutto ai mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale (autobus, filobus, tram e metropolitane), rappresentando pertanto un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta in base alla classificazione del livello di rischio di contagio da SARS-CoV-2. Deve pertanto prevedersi un’efficace riorganizzazione del sistema degli impianti di risalita da affiancare a misure di prevenzione e protezione collettive e individuali che necessitano, comunque, della collaborazione attiva degli utenti che dovranno continuare a mettere in pratica i comportamenti previsti per il contrasto alla diffusione dell’epidemia».

Fascia gialla

Scrive il Cts: «Nell’ottica della loro prossima riapertura, che dovrà comunque essere preceduta da una propedeutica rivalutazione della situazione epidemiologica, deve necessariamente essere messo in evidenza che le misure proposte possono trovare applicazione solo nel caso in cui l’andamento epidemiologico a livello di Regione o Provincia Autonoma sia compatibile con la classificazione del rischio nella cd. zona gialla».

Seggiovie e calotte

«Potrà essere ammessa una occupazione al 100% delle seggiovie, con obbligo di indossare la mascherina chirurgica o di comunità e il divieto di abbassare la calotta antivento ove presente». Se invece « dovesse rendersi necessaria la chiusura della calotta (ad esempio per condizioni meteo avverse o temperature eccessivamente basse) dovrà necessariamente prevedersi la riduzione della capienza al 50% anche per le seggiovie, fermo restando l’obbligo di mantenere la mascherina durante tutto il trasporto».

Funivie al 50%

Diversa la previsione «per gli impianti chiusi (cabinovie e funivie) dove va operata la riduzione della capienza al 50% a cui associare sempre l’uso obbligatorio della mascherina».

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