Pompei, torna alla luce la bottega dello street food: ritrovato un Termopolio intatto

Due anatre appese per i piedi, un gallo, un cane al guinzaglio, che sembrano dipinti in 3d. Torna alla luce a Pompei l’ambiente quasi integro di un Thermopolium, bottega di street food, con piatti di ogni tipo, dalle lumache ad una sorta di “paella”. Una scoperta che restituisce un’incredibile fotografia del giorno dell’eruzione, e apre a nuovi studi su vita, usi e alimentazione dei pompeiani. 

Pompei, ritrovato un Termopolio intatto
Pompei, ritrovato un Termopolio intatto

A stupire è il ritrovamento nei recipienti del Termopolio di tracce di alimenti che venivano venduti in strada. Era infatti abitudine dei pompeiani quella di consumare all’aperto cibi e bevande calde. Gli specialisti del Parco archeologico di Pompei stanno già studiando il materiale per verificare quanto questa scoperta possa ampliare le conoscenze sulle abitudini alimentari di età romana. “Una fotografia di quel giorno nefasto”, commenta il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna, che poi annuncia “Sarà un dono di Pasqua per i visitatori”. E anche il ministro della Cultura Franceschini applaude, sottolineando il frutto del lavoro di squadra che si sta facendo in questi anni a Pompei: “Un grande esempio per la ripresa del Paese”. 

“Con un lavoro di squadra, che ha richiesto norme legislative e qualità delle persone, oggi Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione, tornando a essere uno dei luoghi più visitati in Italia in cui si fa ricerca, si continua a scavare e si fanno scoperte straordinarie come questa”, ha aggiunto Dario Franceschini.

Lo scavo, che non fa parte del Grande Progetto Pompei, si trova comunque nella zona della Regio V interessata negli ultimi anni dai lavori di consolidamento e scavi. La presenza del Thermopolium, ubicato proprio di fronte alla “locanda dei gladiatori”, quasi all’angolo tra il vicolo dei Balconi e la via della Casa delle Nozze d’Argento, era stata notata già nel 2019, quando era stato fatto un primo saggio di scavo. All’epoca erano riemersi una prima parte del bancone con uno splendido dipinto a tema mitologico (Una nereide che cavalca un ippocampo e porta con sé una cetra) l’impronta lasciata nella cenere dal grande portone in legno e un balcone che ornava il piano superiore.

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