Usa 2020: il ministro della giustizia dà l’ok alle indagini sui “brogli elettorali”, ma il procuratore si dimette per protesta

WASHINGTON. Il ministro della giustizia americano William Barr ha autorizzato il Dipartimento di giustizia a indagare su «accuse rilevanti» di frode elettorale. L’indagine, sostiene Barr, che è da sempre uno strenue difensore di Donald Trump, possono essere avviate «se ci sono accuse di irregolarità chiare e apparentemente credibili. Irregolarità che, se riscontrate realmente, potrebbero potenzialmente impattare sul risultato elettorale di un singolo stato». 

Dopo questa notizia, il principale procuratore del Dipartimento di Giustizia per i crimini elettorali negli Stati Uniti, Richard Pilger, si è dimesso per protesta. Pilger ha inviato una mail ai suoi colleghi affermando che il procuratore generale stava intraprendendo «una nuova importante iniziativa che cancella 40 anni di politiche di non interferenza con indagini su presunte frodi elettorali nel periodo antecedente alla certificazione dei voti da parte dei singoli Stati», e che per questo motivo ha deciso di rassegnare le sue dimissioni.

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