Coronavirus, vacanze in Sardegna nel 2020? Servirà il passaporto sanitario

Nasce così l’idea del passaporto sanitario. Nessuno potrà arrivare in Sardegna senza. Non sarà facile: non ci sono test di sicura affidabilità scientifica e i numeri stavolta non assistono Solinas: fra luglio e agosto più di 1 milione e mezzo di turisti arriveranno con i traghetti e almeno 50 mila al giorno negli aeroporti. Il progetto è di far effettuare i test qualche giorno prima della partenza nelle località di provenienza e far presentare all’imbarco un «bollino» allegato al biglietto. La Regione non potrà sostenere i costi: mediamente 25 euro a test, fanno una cifra vicina ai 100 milioni.
Il governatore accenna a una convenzione con laboratori e associazioni di farmacisti (che però al momento non sono autorizzati a vendere test a privati). Cioè, il passaporto se lo dovranno pagare i turisti. «Ma avranno la certezza di far vacanze tranquilli. Il turismo è per noi strategico. Puntiamo al binomio bellezza della natura/sicurezza. All’arrivo ci sarà un secondo rapido tampone salivare (esito in 20 minuti), e l’obbligo di essere tracciabili tramite una App».

Il nodo delle seconde case

Tasto delicato soprattutto per i più di centomila — con i familiari mezzo milione, prevalentemente del Nord Italia — che in Sardegna hanno la seconda casa e che ancora non sanno quando potranno andarci. E per la gestione delle spiagge. Se infatti la riduzione degli spazi fra ombrelloni ha ammorbidito i 576 concessionari di stabilimenti balneari, ci sono quei 480 chilometri di arenili liberi. «Rimarranno fruibili e gratuiti» assicura il governatore.

Come controllare le spiagge?

Ma non si può dare un «liberi tutti» alle migliaia che ci si affollano e che hanno reso lo scorso anno — segnalano da San Teodoro — le marine di Brandinchi e La Cinta simili a quelle della riviera romagnola, con cumuli di bagnanti a pochi centimetri gli uni dagli altri. «Ho 13 chilometri da controllare e 8 vigili urbani», avverte sconfortato il sindaco di Sorso. «Attiveremo protocolli di controllo con i comuni» promette il governatore. Nel frattempo c’è chi si muove già per far da sé: numero chiuso a la Pelosa (Stintino), le Cale Luna, Mariolu, Goloritzè e le altre di Baunei, a Bidderosa (Orosei); a Liscia Ruja (Costa Smeralda) parcheggi contingentati, nei 25 chilometri di Cabras (Is Arutas, Mari Elmi) ci saranno i «guardiani» volontari che in passato hanno vigilato sui furti di sabbia.

CORRIERE.IT

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