Dall’Fmi la solita ricetta alla Monti: patrimoniale e taglio delle pensioni

Gian Maria De Francesco

Anno nuovo, solite ricette. Il Fondo monetario internazionale nel rapporto sull’Italia ribadisce quanto già evidenziato nelle passate edizioni: crescita debole, eccesso di deficit e necessità di spostare il carico fiscale dal lavoro ai patrimoni riducendo contestualmente le risorse stanziate per i pensionamenti anticipati e per quota 100.

Anche con l’insediamento alla direzione generale di Kristalina Georgieva al posto di Christine Lagarde, passata alla Bce, la politica dell’organizzazione è rimasta immutata.

La disamina, ovviamente, parte dall’analisi dell’esistente. Nel 2020 si prevede una crescita del Pil dello 0,5%, un deficit/Pil al 2,4% e un rapporto debito/Pil intorno al 135 per cento. Insomma, l’Fmi certifica la sostanziale inutilità della legge di Bilancio. Le stime di crescita economica sono «le più basse dell’Ue» e i redditi reali restano ancora del 7% inferiori al picco pre-crisi nel 2007. L’unico dato positivo che evita all’Italia una bocciatura generalizzata è «l’attuazione delle politiche fiscali migliore del previsto nel 2019». L’aumento del gettito (sulle spalle del debole sistema produttivo) ha scongiurato, quindi, una crisi finanziaria.

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