Quanto è facile attentare al Papa

Hanno commissionato a degli esperti del ministero dell’Interno spagnolo la verifica sulla sicurezza di Francesco, Benedetto XVI e dei luoghi simbolo della cristianità, a iniziare da piazza San Pietro sino alla residenza estiva di Castel Gandolfo.

Un lavoro delicatissimo mai compiuto prima, affidato a una squadra di analisti che per giorni, settimane, ha osservato questo piccolo mondo in cerca di falle. Dalle acque reflue al cibo, dalla sicurezza ai varchi d’ingresso alla residenza di Ratzinger, ogni situazione visibile è stata monitorata, entrando persino in Santa Marta, salendo al piano dove vive il pontefice. Tutto ciò all’insaputa dei responsabili della sicurezza, monsignori, cardinali e del papa.

Il risultato è questo dossier riservato, presentato in duplice copia, in inglese e spagnolo, che qui viene reso pubblico per la prima volta. I pochi omissis segnalano criticità che, se rese note, potrebbero costituire un pericolo concreto per il santo padre, perché ancora oggi, sebbene siano passati cinque anni dalla loro individuazione, non sono state sanate, almeno non completamente.

Pagina dopo pagina, infatti, emerge un quadro desolante: i papi, che dovrebbero godere della più alta protezione, sono invece esposti a pericoli evitabili, di natura diversa, “vulnerabilità evidenti e preoccupanti” che mettono a repentaglio la loro incolumità, “circostanze che potrebbero attentare alla sicurezza personale del santo padre e a quella dello Stato Città del Vaticano”.

REP.IT

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