Brexit, accordo destinato al fallimento. Ma oggi i britannici voterebbero contro l’uscita dall’Unione

dal nostro corrispondente ANTONELLO GUERRERA

LONDRA – “Il Regno Unito ora voterebbe nettamente contro la Brexit”. A dirlo è il più grande studio sondaggistico dal referendum del 2016, realizzato dall’istituto YouGov in esclusiva per l’Evening Standard che ha aggregato centinaia di sondaggi realizzati negli ultimi anni su base nazionale. Il risultato è che se nel 2017 il Leave era ancora avanti, oggi non è più così. Da luglio di quell’anno soltanto 7 sondaggi su 226 hanno segnalato che il Leave era ancora in vantaggio nelle intenzioni di voto del popolo britannico. E più si va avanti negli anni, più aumenta progressivamente il consenso per la permanenza in Ue. Fino al 2019: quest’anno solo un sondaggio su 72 ha dato la Brexit in vantaggio, e a inizio anno. Da allora, nemmeno uno. Non era mai successo prima. Secondo YouGov è il segnale che il sentimento dei britannici è cambiato e di molto.

Ma un secondo referendum è al momento improbabile. Come ha detto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli ieri dopo un infruttuoso, anzi disastroso incontro con il premier Boris Johnson, “ora sono due gli scenari più probabili: un ennesimo rinvio o il No Deal” cioè la Brexit senza accordo, potenzialmente catastrofica. I negoziati sono ufficialmente a un punto morto e anche l’incontro di domani tra il ministro della Brexit Stephen Barclay e il caponegoziatore Ue Michel Barnier molto difficilmente produrrà qualcosa di buono, come confermano fonti di Downing Street che definiscono il “meeting di routine e che difficilmente produrrà svolte”. Il Guardian scrive di rinvio offerto dall’Ue fino alla prossima estate ma è il governo britannico che deve chiedere ufficialmente un’estensione. Fino a quel momento, qualsiasi offerta dell’Europa è irrilevante.

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