La famiglia italiana cacciata: “Se voi foste stati stranieri…”

Eugenia FioreFabio Franchini

“Se andiamo avanti così, qui di italiani non ne rimarrà nessuno”. Siamo nel cortile di una casa popolare a due passi da Piazza Abbiategrasso, a Milano.

Un grosso condominio gestito (male) da MM-Metropolitana Milanese, in stato di totale abbandono. Il palazzo cade a pezzi, ma il Comune aumenta gli affitti. I residenti si sentono presi in giro: sono esasperati dai disservizi e dall’essere trattati come cittadini invisibili. Un palazzone a “elle” abitato da italiani e stranieri, con quattro scale e una quarantina di appartamenti sfitti, vuoti. “

Dov’è l’emergenza abitativa di cui parlano tanto?”, si sfoga con noi un condomino. Quindi, ci si fa incontro Michela, una donna che viveva in quello stabile fino a qualche mese fa: “Ero irregolare, è vero, ma non per colpe tutte mie: vivevo qui con il mio ex marito e per anni non mi sono mai occupata di queste cose burocratiche, mi sono sempre fidato di lui, sbagliando. Ora però non è giusto che paghino i miei figli”.

Ci facciamo raccontare la sua storia: “Di fatto, sono stata cacciata, anche se non mi hanno fatto lo sgombero: ho lasciato l’alloggio di mia spontanea volontà, visto che l’ispettore di MM mi diceva che se non lo avessi fatto, avrebbero preso una denuncia anche i miei figli e dunque saremmo stati sgomberati. Allora ce ne siamo andati prima: non volevo pagassero colpe che non hanno”. È tanta la rabbia e sono tantissime le lacrime.

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