Vaticano, il Papa “commissaria” il coro della Cappella Sistina

Decisioni che quindi possono configurarsi come un vero e proprio “commissariamento” da parte del Pontefice del famoso coro, attualmente composto da venti cantori adulti stabili e da circa trentacinque giovani cantori. Nel documento, tuttavia, non vengono menzionati i nomi di Nardella e Palombella. Interpellato a riguardo da  Vatican Insider il direttore  ad interim della Sala Stampa vaticana, Alessandro Gisotti, conferma che «c’è un procedimento in corso sugli aspetti economico-amministrativi del coro», come già reso noto nel settembre scorso, «una volta finito il procedimento daremo le informazioni al riguardo».  Quanto a monsignor Palombella «continuerà a dirigere il coro rispondendo direttamente a monsignor Marini, che guida tutte le attività della Cappella Musicale Pontificia, compresa quella artistica, come stabilito dal motu proprio», spiega Gisotti. «La cura dell’amministrazione economica della Cappella è ora assunta da monsignor Pozzo sempre sotto la guida di monsignor Marini, come stabilito dal motu proprio». Il documento di oggi – ma siglato il 17 gennaio 2019 – stabilisce che il cerimoniere Marini avrà il compito di redigere uno Statuto e aggiornare il regolamento approvato da Paolo VI nel ’69 – come pure le successive disposizioni varate ad experimentum il 20 giugno 1970 -, oltre che il compito di «guidare tutte le attività e gli ambiti liturgico, pastorale, spirituale, artistico ed educativo della medesima Cappella, rendendo sempre più percepibile in essa e nei singoli componenti il fine primario della Musica sacra, che “è la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli”». Pozzo – subito impiegato dopo la chiusura della Commissione che per trent’anni si è occupata del dialogo con i lefebvriani – in questa nuova veste avrà invece «il compito della specifica cura dell’amministrazione economica della Cappella stessa da svolgere sotto la guida del maestro delle Celebrazioni e responsabile della Cappella Musicale pontificia». In attività dal 1471, con il nome del “Collegio dei Cappellani cantori”, formatosi poco tempo il ritorno del Papa da Avignone a Roma, il coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina (più comunemente chiamato il coro della Cappella Sistina) ha sempre brillato nella storia di Roma e dell’Orbe cattolica come «alto luogo di espressione artistica e liturgica a servizio delle solenni celebrazioni dei Pontefici». Inizialmente si esibiva dentro la splendida cappella di Michelangelo (da qui il nome), poi passò nella Basilica di San Pietro e in tutti gli altri luoghi in cui i Pontefici lo richiedevano, divenendo nel tempo un ente autonomo che si esibisce anche in concerti in giro per il mondo.  Proprio per il legame diretto con le maggiori celebrazioni dei Papi, la Cappella Musicale trovò il proprio ancoraggio istituzionale dapprima entro il cosiddetto “Maggiordomato” di Sua Santità, e, successivamente, nella Prefettura della Casa Pontificia, godendo però di autonoma amministrazione, «sebbene soggiacendo a vincoli di orientamento concordati coi diversi Responsabili delle funzioni papali». Papa Francesco ha deciso ora di inserirla nell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, indicato come «specifico luogo di servizio alle funzioni liturgiche papali e nel contempo a custodia e promozione della prestigiosa eredità artistico-musicale prodotta nei secoli dalla Cappella stessa per le solenni liturgie dei Pontefici».  Un modo, probabilmente, per ricordare implicitamente all’antico coro la sua vocazione originaria e fargli ritrovare la giusta direzione visto che nel maggio 2018 – ben prima delle indagini finanziarie – aveva attirato forti critiche per la sua partecipazione alla mostra allestita al Metropolitan Museum di New York “Heavenly bodies: fashion and the catholic imagination”, un evento sul rapporto tra sacro e profano nella moda, nella musica e nell’arte patrocinato dal Pontificio Consiglio per la Cultura.  In particolare a far scalpore erano state le fotografie pubblicate sui social dei coristi della Cappella Sistina (la maggior parte padri di famiglia, non i minori) in divisa accanto a superstar del cinema e della musica in abiti di alta moda succinti e, per certi versi, dissacranti (una su tutte, la mitria in cristalli di Rihanna). A seguito delle foto non erano state poche le lettere di protesta inviata dai genitori a monsignor Georg Gänswein, prefetto della Casa pontificia, e al segretario di Stato Pietro Parolin, che lamentavano scarso controllo e poco decoro. Da lì l’occhio del Pontefice si è spostato sulla Cappella musicale, fino ad avviare due indagini interne che hanno fatto emergere gravi reati finanziari. 

LA STAMPA

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