Asse Calenda-Zingaretti per il Fronte democratico

carlo bertini, Andrea Carugati roma

L’ambizione è alta, quella di essere «la prima lista» delle Europee, quella con più voti, quindi necessariamente l’asticella si fissa oltre il 30%. Il nome non è stato deciso, verrà «testato», perché come insegna la prima regola di marketing, «non bisogna mai farsi condizionare dalle proprie intuizioni ma bisogna verificarle», dice Carlo Calenda. Quindi siccome il brand ancora non è stato lanciato, ancora non si può pesare il suo appeal in termini di consensi.

«Sono d’accordo con Letta, non sono a favore dei fronti “contro”, ed è per questo che partiamo da un manifesto con un’analisi e con sei proposte», è la risposta di Calenda all’obiezione di Enrico Letta. Intanto in 24 ore di vita online, il Manifesto ha raccolto 36 mila adesioni. Ma il nome e il simbolo arriveranno dopo il congresso Pd del 3 marzo. Sostieni il giornalismo di qualità

Nei due mesi di riunioni preparatorie di questa sfida elettorale di nomi per questa lista se ne sono ipotizzati diversi: quello preferito da Calenda, Fronte repubblicano, non piace granché, il più gettonato sembra essere Fronte democratico. Andrà deciso pure se nel logo possano comparire i marchi dei partiti aderenti: il dibattito è aperto, Calenda non lo esclude, altri sì, insomma si vedrà se sia meglio nascondere il simbolo Pd oppure no.

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