Anche le imprese al banchetto del reddito di cittadinanza

La principale novità allo studio in queste ore è data da robusti incentivi per le aziende che contribuiranno al sistema. Si partirà da quelli per chi segnalerà posti di lavoro vacanti alle strutture di raccolta dei beneficiari, a un vero e proprio bonus per chi assumerà uno o più di essi. L’ipotesi che si sta vagliando è quella di conferire, probabilmente attraverso una decontribuzione, l’equivalente del reddito percepito dal disoccupato all’impresa che stipulerà un contratto di lavoro, fino a un massimo di 5 mensilità. Un passo netto nei confronti del mondo delle associazioni degli imprenditori (raccolte negli scorsi mesi in parte anche dalla Lega), che avevano chiesto a gran voce segnali in questa direzione

Ma è una vera e propria strategia di rilancio in tre step quella messa in piedi dalla war room del Movimento 5 stelle che ha sofferto non poco le sforbiciate imposte dall’Ue. Punto primo: una campagna pervasiva sulla manovra. Anzitutto per archiviare lo storytelling che racconta di un cedimento sull’altare di Bruxelles di più di quel che inizialmente si era messo in conto. E in secondo luogo per generare un mood relativo alla manovra di bilancio positivo, martellando sulle cose portate a casa.

Oggi il vicepremier è tornato a parlare. Lo ha fatto a Radio Capital di buon mattino, con una batteria di dichiarazioni . Arrivate subito prima della notizia dell’apertura dell’indagine sul padre Antonio per deposito incontrollato di rifiuti. Un breve summit, poi la decisione di andare avanti sulla strada tracciata, facendo annegare l’eco del fatto nella grancassa comunicativa. Così ecco arrivare su tutti i social del capo politico 5 stelle (rilanciati da tutti i suoi) la lista della spesa dei risultati conseguiti. Ecco il no all’aumento dell’Iva, il taglio ai fondi per l’editoria, quello delle pensioni d’oro, ma anche i fondi alla ricerca, gli incentivi alle auto elettriche, i soldi alla sanità e il tempo prolungato nelle scuole. Oltre, ovviamente, al reddito di cittadinanza. “Risalirei sul balcone anche domani. Non c’è stata la procedura d’infrazione e porto tutte le misure a casa”, ha gongolato ai microfoni di Massimo Giannini

“Fino a capodanno andremo avanti così – spiega uno dei comunicatori 5 stelle – dobbiamo fare in modo che il messaggio si sedimenti”. Ecco il secondo punto della strategia: trasformare i banchetti previsti per sabato prossimo dallo “Spazzacorrotti day” a un momento di celebrazione anche della legge di bilancio appena che si sta per portare a casa. Fornendo materiale informativo “lista della spesa style” e mobilitando tutti i big a scendere in piazza. Molti deputati si sparpaglieranno per Roma, inchiodati nella capitale dalla coda parlamentare della manovra. Lo stesso Di Maio ancora non è chiaro se farà capolino a Roma o nella sua Pomigliano, mentre si rincorrono insistentemente le voci di un Beppe Grillo ai gazebo, prima uscita veramente politica del fondatore dai tempi di Italia 5 stelle.

Lo sfiatato tarlo dei responsabili diventa improvvisamente un’arma a vantaggio: “Ho detto ai miei di fingersi interessati a Silvio Berlusconi e di registrare, l’ho detto a tutti i nostri deputati e senatori, avrete qualche scoop”. La grancassa suonerà per due settimane. Poi, all’alba dell’anno nuovo – terzo punto – inizierà un altro film. Quello del rilancio del “team mani di forbice”, quella che nelle intenzioni dovrebbe una task force per mettere in piedi una massiccia spending review. E ovviamente quello del reddito, partita sulla quale Di Maio si gioca tutto il proprio capitale di credibilità politica. E che ancora è molo confusa.

L’HUFFPOST

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