La forza nascosta dei vincoli esterni


di Antonio Polito

Se il più forte governo sovranista del continente deve accettare un negoziato fino all’ultimo centesimo con una Commissione debole perché ormai alla fine del mandato, allora vuol dire che il nostro destino in Europa è davvero ineluttabile. La manovra del popolo è stata scritta al telefono con Bruxelles, mentre il Parlamento sovrano aspettava di riceverla per motociclista sotto forma di maxi emendamento, prendere o lasciare. Se sono vere le versioni che danno per chiuso l’accordo, verrebbe da domandarsi perché non l’abbiamo fatto prima, risparmiandoci tre mesi sull’ottovolante dello spread, e il pagamento dei relativi interessi. Tanto era chiaro che anche stavolta non potevamo rispondere all’Europa «me ne frego».

Perché? La risposta più semplice è: perché ne facciamo parte. Siamo cioè legati da una tale trama di convenienze comuni che se si strappa anche un solo filo l’intero tessuto nazionale rischia di slabbrarsi come un vecchio maglione. Facciamo parte dell’Europa perché altrimenti il nostro debito ci costerebbe troppo. Facciamo parte dell’Europa perché tutti i nostri commerci si svolgono nella Ue o secondo regole negoziate dalla Ue.

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