Pensioni, rivalutazione bloccata oltre i 1.530 euro. Oltre i 100 mila euro il «taglio» | Le ultime novità della manovra

di Lorenzo Salvia, Mario Sensini e Claudia Voltattorni

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Pensioni e inflazione

È un appuntamento fisso. Ma finora i rinvii erano sempre stati minimi, di un anno non di più. Stavolta l’obbligo di mettere a gara le concessioni balneari, previsto da una contestata direttiva europea, viene fatto slittare di quindici anni. In sostanza cancellato. Si tratta di una delle ultime novità che arriva dal fronte degli emendamenti al disegno di legge di Bilancio. Per finanziare l’intervento su quota 100 verrà prorogato ma in versione soft il blocco dell’adeguamento all’inflazione per gli assegni superiori ai 1.530 euro. Mentre il taglio dell pensioni elevate dovrebbe partire non più al sopra dei 90 mila ma dei 100 mila euro. Il rinvio in sé non è una sorpresa, ma a colpire è l’entità. Si tratta di una misura voluta da tutti e due gli alleati di governo, Lega e Movimento 5 Stelle. Anzi qualche mese fa il centrodestra allora unito aveva pure portato a Roma l’olandese Frederik Bolkestein, padre della contestata direttiva del 2006 che porta il suo nome. E gli aveva fatto dire davanti a una platea entusiasta di gestori balneari che quelle regole non si sarebbero dovuto applicare alle spiagge, perché sono servizi non beni. Dalle circa 30 mila concessioni che punteggiano le nostre coste lo Stato ricava appena 106 milioni di euro l’anno. Briciole che tali resteranno per i prossimi quindici anni se, come appare scontato, l’orientamento del governo discusso nel vertice di domenica notte porterà a un emendamento da approvare nei prossimi giorni. È chiaro che un rinvio di 15 anni significa disinnescare in modo definitivo la direttiva. Non a caso gli operatori del settore, anche se in attesa di vedere la norma nero su bianco, parlano di «incubo finito».

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