Pd, Renzi: “Non corro alle primarie, avrei dovuto ribaltare il partito entrandoci con il lanciafiamme”

L’ex segretario, in realtà, non fa chiarezza fino in fondo. “Io continuo a combattere: non corro per il congresso ma non vado in pensione, resto in campo, sorridente e tenace. Perché il tempo è galantuomo. E io ci credo davvero”, sostiene. La sua battaglia contro la “cialtroneria” gialloverde, afferma, la combatterà da dentro il Pd, ma a chi – come Carlo Calenda – scalpita per sapere quale sarà la strategia dem alle Europee, l’ex premier si limita a dire che spetterà al nuovo segretario indicare la rotta.

“Dopo le elezioni – si legge nella enews di Renzi – io sono l’unico che si è dimesso. Mi sono preso tutte le responsabilità. Una parte del gruppo dirigente continua a pensare che sia stata tutta colpa del mio carattere. Mi sembra leggermente riduttivo. Quando, ad esempio, abbiamo ceduto alla cultura salviniana dell’immigrazione? Quando abbiamo discusso di ius soli, dice Nanni Moretti. Giusto. E perché non abbiamo avuto il coraggio di mettere la fiducia come invece avevamo fatto – rischiando tutto – sulle unioni civili? Quando abbiamo perso la credibilità con i Cinque Stelle? Quando siamo rimasti a metà del guado”.

“Abbiamo fatto la Buona Scuola, ma ci siamo vergognati di difendere l’alternanza scuola-lavoro o lo stipendio dei prof basati sul merito; abbiamo fatto il Jobs Act ma ci siamo vergognati dei risultati; abbiamo fatto il bando periferie – un modello in tutta Europa – ma ci siamo vergognati di difenderlo finché non ce lo hanno tolto con il nuovo Governo; abbiamo fatto Industria 4.0 e superammortamenti ma dicevamo sempre che ancora non bastava; abbiamo approvato la legge sui vitalizi alla Camera ma il capogruppo al Senato ha insabbiato il provvedimento”, aggiunge.

“L’intera comunicazione della nostra campagna elettorale, totalmente sbagliata, era basata sullo scusarsi per ciò che avevamo fatto, più che per il rivendicare i risultati e costruire il futuro. Abbiamo perso. Io ne ho tratto le conseguenze. Punto”, conclude.

TGCOM

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