Manovra, Moscovici: “Dialogo, ma senza intesa via a sanzioni”. Tria: “Qualche disaccordo”

MILANO – La legge di Bilancio italiana resta protagonista in Europa, alla seconda giornata di incontri tra i ministri dell’Economia dell’Unione dopo i molteplici richiami arrivati alla vigilia dall’Eurogruppo. L’Ecofin termina con la dichiarazione del ministro austriaco delle Finanze, presidente di turno, Hartwig Loger che sintetizza: “All’Italia è stato chiesto di essere costruttiva e ci aspettiamo che ci saranno dei movimenti. Per la prima volta abbiamo sentito dal ministro Tria che cosa c’è dietro il progetto il bilancio, è molto importante vedere le risposte” che Roma darà sui rilievi già pervenuti da Bruxelles. In sostanza, il ministro austriaco ha indicato che i ministri europei si augurano che l’italia prenda una decisione nel senso di un cambiamento del progetto di bilancio.

Già prima, era stato il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, a tenere il punto nella difficile partita tra Roma e Bruxelles sulla richiesta della Commissione di modificare la Manovra e di dare risposte sulla mancata riduzione del debito. “Il dialogo ci sarà in ogni fase, discutiamo quasi quotidianamente con il ministro Giovanni Tria e continueremo a farlo”, ma “il 13 novembre ci aspettiamo una risposta forte e precisa del governo italiano”, ha detto arrivando alla riunione. Se alla fine di questo percorso, da Roma non ci saranno passi, “òe sanzioni possono essere applicate alla fine se non troviamo un accordo nel quadro delle regole comuni”. Moscovici ha ribadito: “Non sarò mai in favore delle sanzioni” perchè sarebbero “un fallimento per il paese e per le regole”, aggiungendo di volere “dialogo” con l’Italia e di aspettarsi che il governo presenti un documento programmatico di bilancio rivisto.

Come ricostruisce Repubblica in edicola, già ieri il francese e il suo staff hanno confermato alla delegazione italiana che in assenza di novità il 21 novembre Bruxelles lancerà la procedura che il 22 gennaio sarà operativa con il voto dei ministri europei. Inoltre hanno confermato che la Ue potrebbe chiedere il rispetto della regola del debito, ovvero manovre correttive da 60 miliardi all’anno, ma che per non devastare l’Italia sceglierà vincoli meno pesanti, come il raggiungimento del pareggio di bilancio, in un percorso almeno di 5 anni. Ma non sarebbe un compito leggero, visto che il governo già nel primo semestre del 2019, in piena campagna elettorale, dovrebbe mettere mano a una manovra bis da almeno 18 miliardi di euro, se non superiore, per centrare quell’1,6% di deficit concordato a settembre. Una

Rep

correzione che ovviamente Tria, ma tutto il governo Lega-M5s, vorrebbe evitare in vista del voto di maggio sulle europee.

Dal canto suo, arrivando all’Ecofin Tria ha assicurato che “il dialogo continuerà, certo abbiamo qualche disaccordo ma questo non vuol dire che non possiamo avere un dialogo costruttivo tra la Commissione Ue e l’Italia, è una cosa abituale tra i Paesi e la Commissione”. Quanto alla risposta attesa dall’esecutivo europeo, ha detto: “Dobbiamo spiegare alla Commissione, ma non posso anticipare ora la risposta”. Ha ribadito i concetti già noti il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, secondo il quale la correzione della manovra italiana dovrà essere “considerevole”:  “Numericamente l’Italia avrebbe dovuto assicurare un miglioramento del deficit strutturale di 0,6% invece c’è un peggioramento di 0,8%. Pari a una deviazione dell’1,4%. E’ una deviazione molto ampia”, ha aggiunto.

Web tax e Iva ridotta sugli ebook: gli altri temi

Oltre che di Italia, all’Ecofin è stata adottata una direttiva che consente di allineare le norme Iva per le pubblicazioni elettroniche e fisiche. Da oggi gli Stati membri potranno applicare aliquote aliquote ridotte, super ridotte o pari a zero anche alle pubblicazioni elettroniche. Di fatto, gli Stati saranno liberi di applicare se lo vorranno aliquote Iva ridotte (minimo 5%), super ridotte (inferiori a 5%) o pari a zero anche alle pubblicazioni elettroniche, consentendo queste due ultime tipologie a quei Paesi che attualmente già le applicano alle pubblicazioni cartacee.

Quanto invece alla tassazione dei colossi della rete, Tria ha detto che l’Italia sostiene “la finalizzazione dei lavori tecnici sulla web tax con l’obiettivo di trovare un accordo entro la fine dell’anno”, ma “se non avremo questo accordo introdurremo la tassa” che l’Italia ha già approvato l’anno scorso e sospeso in attesa di un’intesa a livello europeo. Non sembra aver fretta la Germania che, tramite il ministro delle finanze Olaf Scholz, ha nuovamente rinviato il dossier perché Berlino intende aspettare prima il rapporto che l’Ocse sta preparando sul tema e che sarà pronto nel 2020. “Se non ci sarà un accordo a livello globale nel 2020 allora potremo procedere con una web tax a livello europeo”, ha detto il ministro nel suo intervento pubblico all’Ecofin.

REP.IT

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