Manovra, pensioni e reddito slittano. Ultime novità

di CLAUDIA MARIN

Roma, 30 ottobre 2018 – I tempi per reddito di cittadinanza e quota 100 di fatto si allungano e le due misure, a meno di un decreto legge entro fine anno, potrebbero partire con qualche mese di ritardo sulle scadenze annunciate di inizio primavera. A confermarlo è l’ultima bozza della legge di Bilancio (attesa in Parlamento nei prossimi giorni), che prevede i fondi per gli interventi ma non le regole, affidate a successivi provvedimenti post manovra. E questo esito (che farebbe risparmiare circa 4-5 miliardi nel 2019) potrebbe rappresentare anche una carta da giocare a Bruxelles dal premier nel prossimo incontro con Juncker. Un appuntamento che, insieme con l’esame del dossier banche e dei relativi e eventuali piani di intervento, è stato al centro del summit di ieri a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e il Ministro dell’Economia, Giovanni Tria.

Il testo della legge in circolazione, lungo più di 110 articoli, contiene comunque conferme, ma anche qualche novità dell’ultim’ora. La sterilizzazione degli aumenti dell’Iva, per esempio, è piena solo per il 2019, mentre è parziale per gli anni successivi. Le riduzioni fiscali per le imprese e i lavoratori autonomi ci sono (con flat tax e sconto Ires), ma sono penalizzate dall’abolizione di altre imposte di favore come Iri e Ace, oltre che dal taglio degli incentivi per Industria 4.0.

Sul versante della Pubblica amministrazione, mentre viene allentata la stretta sulla liquidazione delle società partecipate, è scattata una vera asta al rialzo tra Di Maio e Salvini nelle assunzioni, con il secondo che ha spinto per nuovi ingressi nell’Ispettorato del lavoro e il primo che ha puntato sulle forze dell’ordine. In totale 10 mila in più, compresi gli altri ministeri. Dentro, infine, anche la norma che punta a costringere le regioni ad adeguarsi alla delibera Fico sui vitalizi: chi non lo farà vedrà una significativa riduzione dei trasferimenti erariali a partire dal primo gennaio 2020.

 

FONDI PER REDDITO E PENSIONI – Entrano in manovra un Fondo per le pensioni e il reddito di cittadinanza e un Fondo per quota 100, il primo con una dotazione pari a 9 miliardi di euro annui a decorrere dall’anno 2019 e il secondo con una dotazione di 6,7 miliardi per il 2019 e di 7 miliardi dal 2020. I provvedimenti con le istruzioni per l’uso della batteria di misure sui due ambiti arriveranno successivamente, con collegati o con decreti legge. Da segnalare due aspetti: il Fondo sul reddito di cittadinanza dovrà consentire «l’attuazione» degli interventi previsti e «nei limiti delle risorse» stabilite e dunque è come si dice a rubinetto. I due Fondi, però, funzioneranno come vasi comunicanti, nel senso che nel caso in cui uno dei due riscontrerà dei risparmi questi potranno alimentare l’altro fondo. Il sistema delle finestre per le pensioni e le maglie più strette sul reddito minimo dovrebbero permettere di contenere la spesa prevista al di sotto delle cifre indicate.

TERRENI GRATIS CON TERZO FIGLIO IN ARRIVO – Spopolamento dei paesi e politiche familiari si sposano nell’ultima bozza della manovra. E così si prevede che potranno essere affidati terreni in concessione gratuita per 20 anni alle famiglie cui nasca il terzo figlio nel 2019, 2020 o 2021. È una delle misure «per favorire la crescita demografica» contenute nell’ultima bozza della manovra. Si prevede anche la concessione di mutui fino a 200mila euro a tasso zero alle famiglie che acquistino nelle vicinanze dei terreni la prima casa. A questa finalità andrà destinato il 50% dei terreni agricoli e a vocazione agricola di proprietà dello Stato non utilizzabili per altra finalità e il 50% delle aree abbandonate o incolte del Mezzogiorno. Il pacchetto famiglia contempla anche l’aumento del fondo relativo per sostenere politiche della natalità e di assistenza, attraverso bonus per asili, anche privati, e altre misure di conciliazione vita-lavoro.

SANITA’, IN CANTIERE TICKET RIVISTI – Le regioni potranno accedere ai maggiori finanziamenti per la sanità nel triennio 2019-2021 rispetto al livello del 2018, se si procederà alla stipula, «entro il 31 gennaio 2019, di una specifica Intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per il Patto per la salute 2019-2021 che contempli misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi», tra cui la revisione del ticket. Insomma, se le regioni saranno disponibili a ridurre i ticket e a velocizzare lo scorrimento delle liste di attesa, potranno contare su risorse aggiuntive. Un aumento dei fondi, dunque, vincolato. Lo prevede l’ultima bozza della manovra che conferma per il 2019, il livello del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato in 114,435 miliardi di euro e aumenta la dote di 2 miliardi per il 2020 e di 1,5 miliardi per il 2021.

SCUOLA, DIMEZZATE LE ORE DELL’ALTERNANZA LAVORO – Arriva un’imposta con un’aliquota al 15% per gli insegnanti su quanto percepito da lezioni private e ripetizioni. Dal primo gennaio 2019 i docenti, potranno chiedere l’applicazione di «una imposta sostitutiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 15%». I dipendenti pubblici, che svolgono l’attività di insegnamento privato, devono comunicare, però, alla propria amministrazione di appartenenza l’esercizio di attività extra professionale didattica ai fini della verifica di eventuali incompatibilità. Prevista una revisione dell’alternanza scuola-lavoro con una sostanziale riduzione delle ore: nel triennio si passa dalle 400 ore previste per tecnici e professionali alle attuali 150 per i tecnici e 180 per i professionali, per i licei la riduzione è da 200 a 90 ore.

QN.NET

Rating 3.00 out of 5

No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.