Roma – Il reddito di cittadinanza non andrà solo agli italiani, ma a tutti coloro che abbiano residenza in Italia da almeno 10 anni. Ad annunciarlo è Luigi Di Maio dalla trasmissione ‘Quarta Repubblica’ di Nicola Porro. Si tratta di una parziale retromarcia rispetto a quanto dichiarato solo una settimana dal vicepremier che escludeva gli stranieri dal parterre dei beneficiari del provvedimento. Linea quest’ultima caldeggiata dagli alleati leghisti ma considerata improponibile da molti costituzionalisti. 

Per quanto riguarda le modalità di erogazione, una possibilità è che il contributo mensile di sostegno ai non occupati sia versato sulla tessera sanitaria. “L’ideale – ha detto Di Maio – è usare quella che già abbiamo, la tessera sanitaria con un chip. Ma nel frattempo sarà usata una carta elettronica“. Lo scopo è evitare il passaggio di contanti con un meccanismo simile a quello dei buoni pasto  elettronici: la differenza che sarà lo Stato a ripagare in giornata i commercianti.

Il chip è necessario per far sì che i soldi non siano spesi fuori dall’Italia “ma negli esercizi commerciali” italiani, così da garantire “un gettito Iva e Pil superiore alle aspettative”. Rosee le attese del ministro: i soldi che arriveranno ai consumatori in forma di reddito di cittadinanza, “inonderanno il commercio, i negozi e piccole imprese”.

Da parte sua il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ribadisce che “il reddito di cittadinanza non sarà a vita. Non è assistenzialismo ma una misura per sostenere l`economia reale” .

Per garantire un assegno da massimo 780 euro al mese, che potrebbe partire da metà marzo, forse inizio aprile – tempo necessario, secondo i pentastellati, per riformare e rafforzare i centri per l’impiego – lo stanziamento in Bilancio dovrebbe essere di 10 miliardi. Al lavoro sul dossier è il viceministro all’Economia Laura Castelli che sta mettendo a punto lo strumento insieme al team per la trasformazione digitale di Diego Piacentini.

I REQUISITI  – Per ottenere il sussidio bisognerà impegnarsi in un percorso di formazione professionale, prestare 8 ore di lavoro gratuito a settimana nel proprio Comune e non rifiutare, senza motivo, più di tre offerte di lavoro. L’accesso al reddito di cittadinanza potrebbe essere legato all’ISEE.

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