La Guardia costiera italiana cede il soccorso, le motovedette libiche riportano indietro 820 migranti

di ALESSANDRA ZINITI

ROMA – Alle nove e mezzo di sera il ministro dell’Interno Matteo Salvini è soddisfatto. I sette gommoni rimasti per ore alla deriva nel Mediterraneo con un migliaio di persone a bordo dopo che la sala operativa di Roma, obbedendo agli ordini si era sfilata dalle operazioni di soccorso dopo aver ordinato alla Ong Open Arms di non soccorrere i migranti, sono stati intercettati dalle motovedette libiche, 820 persone riportate in Libia.

“Ringrazio di cuore, da ministro e da papà, le autorità e la Guardia costiera libica che oggi hanno salvato e riportato in Libia 820 immigrati, rendendo vano il ‘lavoro’ degli scafisti ed evitando interventi scorretti delle navi delle Ong”,il commento soddisfatto di Salvini che domani sarà in Libia per incontrare Al Serraji.

Ancora in alto mare invece i più di 300 migranti bloccati da quattro giorni a bordo della Lifeline, tra malta e la Libia, e sul cargo danese Alexander Maersk in rada davanti al porto di Pozzallo dove era stato inviato venerdi sera proprio dalla Guardia costiera italiana che aveva coordinato il soccorso dei 113 migranti a bordo.
In attesa di una soluzione che non arriva, la Lifeline ha continuato a sfidare il ministro dell’Interno Matteo Salvini sul web. “Caro Matteo Salvini – si legge su Twitter – non abbiamo carne a bordo ma esseri umani. Ti invitiamo cordialmente a convincerti che sono persone che abbiamo salvato dall’annegare. Vieni qui, sei il benvenuto”, la risposta a Salvini che ieri sera aveva ribadito la sua posizione con questo tweet: “Certe navi si devono scordare l’Italia, stop al business dell’immigrazione clandestina! La musica è cambiata, io ce la metto tutta”.

Per tutta la giornata il coordinamento delle operazioni è stato formalmente assunto dalla Guardia costiera libica in favore di sette barconi con un migliaio di migranti a bordo che si trovano in acque Sar della Libia. Il ministro degli Esteri di Malta, Michael Farrugia, ha attaccato il ministro delle Infrastrutture italiano, Danilo Toninelli che aveva parlato di “disumanità” dei maltesi per il rifiuto di far attraccare la nave della ong con oltre 230 migranti a bordo. Farrugia replica su Twitter parlando di “disumanità” dell’Italia. E poco dopo Toninelli risponde che l’Italia ha salvato più vite umane di tutti gli altri.

E nelle ore in cui si teneva il summit sulla migrazione, l’ong Seawatch si è rivolta alla Ue perché “Si ponga fine a questa omissione di soccorso generalizzata”. Ha chiesto “con forza” agli Stati membri “di intervenire con una soluzione immediata per le persone a bordo di Lifeline e del cargo danese Alexander Maersk (in rada a 3 miglia dal porto di Pozzallo in Sicilia, ndr)”.  Lifeline ha rilanciato l’appello postando un suo comunicato in cui spiega che sono “necessarie soluzioni umanitarie immediate” e che in attesa della riforma del regolamento di Sublino “si consideri il ricorso all’articolo 17 dello stesso, come misura di urgenza che prevede la possibilità di concedere visti umanitari”.

Il cargo danese Alexander Maersk resta bloccato da venerdì sera davanti al porto di Pozzallo dove era stato indirizzato dalla sala operativa della Guardia costiera di Roma dopo il salvataggio di 113 persone soccorse con l’aiuto della Lifeline. Ma proprio il coinvolgimento della Ong tedesca nelle operazioni potrebbe avere indotto il governo a decidere il blocco che, per la prima volta, coinvolge un mercantile. In Prefettura e Capitaneria di porto di Pozzallo sono in attesa di un via libera dal ministero dell’Interno e dal ministero delle Infrastrutture che finora non è arrivato. Ieri vi è stata un’evacuazione medica per due migranti: una donna incinta all’ottavo mese di gravidanza e una bambina di 8 anni disidratata e con gastroenterite. Insieme a loro due sono stati portati a terra la figlia minorenne della donna e la madre e il fratello della bambina. Per il medico marittimo Vincenzo Morello che ha proceduto all’evacuazione e che ha avuto modo di controllare lo stato medico di altri migranti a bordo “la situazione è sotto controllo e non ci sono particolari casi d’allarme”. Una motovedetta della Guardia di Costiera ha trasferito nel tardo pomeriggio acqua, succhi di frutta e altri alimenti di prima necessità oltre a 100 paia di ciabatte.Intanto la donna incinta e la bambina di 8 anni trasferiti sulla terraferma ieri in emergenza stanno meglio e sono attualmente ospiti nell’hotspot di Pozzallo. Il padre della bimba e il figlio maschio di 4 anni sono rimasti invece a bordo della Maersk.

Nel Mediterraneo, comunque, i gommoni continuano a partire. Nelle ultime ore, caratterizzate dall’impasse delle Ong e dal messaggio con il quale la Guardia costiera italiana ha invitato le navi che incrociano in zona Sar libica a chiamare Tripoli, almeno due imbarcazioni con 90 persone a bordo hanno dato l’allarme. Il primo è stato rilanciato da Don Mussie Zerai, il sacerdote eritreo che da anni viene chiamato dai suoi connazionali che intraprendono ilviaggio verso l’Europa. Non è ancora chiaro se ed eventualmente quale centro di ricerca e soccorso sia intervenuto.

E mentre il sito della Guardia costiera italiana è preso d’assalto da richieste di aiuto per la Lifeline, la sindaca di Barcellona Ada Colau fa un appello per aiutare un’altra ong, la Proactiva Open Arms. “In questo momento più di 1.000 persone sono alla deriva su 7 barche – scrive su Twitter –  e l’Italia pretende di lasciarli nella mani della Libia, dove si torturano, violentano e schiavizzano le persone. Barcellona si offre come porto sicuro”. Colau lancia poi un appello al governo di Pedro Sanchez ad aiutare l’ong spagnola Proactiva, che si trova in zona, “a salvare vite”.
In serata, si è poi appreso che la Guardia costiera della Libia ha intercettato, vicino alle sue coste, “circa 460 migranti tra cui decine di bambini e donne”. Lo ha riferito Ayoub Gassim, portavoce della Guardia costiera in un comunicato. Un gruppo di 97 persone, tra cui 22 donne e 26 bambini, che si trovavano su un gommone è stato fermato al largo della città di Zliten mentre altre due barche, con a bordo 361 migranti, tra cui 88 donne e 44 bambini, sono state intercettate al largo della città occidentale di Khoms. Tutti i migranti, si fa sapere nel comunicato libico,  hanno ricevuto assistenza anche medica e sono stati trasferiti in una base navale nella capitale Tripoli e in un campo profughi nella città di Khoms.

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