Giuseppe Conte illustra il programma al Senato: “Sarò il garante del contratto”

Garante del contratto di governo, rivendicazione della parola “populismo” come attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, apertura alle opposizioni e a chi volesse aderire in futuro al contratto di governo. Sono questi alcuni punti del lungo discorso pronunciato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al Senato dove è stato presentato il programma e chiesta la fiducia all’Aula di Palazzo Madama. Domani il voto della Camera dei Deputati. Un programma di cambiamento, una vocazione europea.

Il premier, iniziando il suo discorso in aula, afferma: “Come noto non ho pregresse esperienze politiche. Sono un cittadino che si è dichiarato disponibile ad assumere eventuali responsabilità di governo” e “successivamente come garante dell’attuazione del programma del cambiamento”.

Conte continua: “Con questo spirito e questa consapevolezza oggi ci presentiamo a voi per chiedere la fiducia a favore non solo di una squadra di governo ma di un progetto per il cambiamento dell’Italia, formalizzato sotto forma di contratto dalle due forze politiche che formano la maggioranza parlamentare”.

È necessario, spiega il premier, “offrire risposte concrete ai bisogni dei cittadini: la crescente disattenzione verso le istituzioni e la perdita di prestigio devono spingere a tutti a un supplemento di responsabilità che passa attraverso una maggiore apertura alle istanze reali che vengono da chi vive fuori da questi Palazzi. L’autorevolezza del governo e del Parlamento non possono basarsi solo sui compiti affidati loro dalla Carta istituzionale ma devono essere conquistati giorno dopo giorno operando con disciplina e onore e mettendo da parte le convenienze”.

Conte prosegue: “Assumo questo compito con umiltà ma anche con determinazione, con la consapevolezza dei miei limiti ma anche con la passione e l’abnegazione di chi comprende il peso delle altissime responsabilità a me affidate. Sono profondamente onorato di poter offrire il mio impegno e le mie competenze per poter difendere l’interesse dei cittadini di questo meraviglioso Paese”.

A proposito del programma di governo, spiega fiducioso: “Se anche realizzassimo solo le innovazioni che ho appena enunciato, i cittadini percepirebbero immediatamente che il vento nuovo non ha soffiato invano. Percepirebbero che il vento del cambiamento sta soffiando dappertutto: nelle grandi città e nei piccoli comuni. Percepirebbero che la loro qualità della vita è migliorata e si sentirebbero anche più uniti e orgogliosi di vivere in questo nostro bellissimo Paese. Questo è in definitiva il nostro obiettivo”. Nessun passaggio, nel suo intervento sull’Europa, è stato dedicato all’euro.

Populismo. Il presidente del Consiglio fa un punto anche sul significato di destra e sinistra nel panorama politico attuale: “Presentarsi oggi nel segno del cambiamento non è scelta retorica o propagandistica ma” risponde alla “necessità di aprirsi al vento nuovo che soffia da tempo nel Paese e che ha prodotto una geografia del consenso politico completamente inedita”. Conte sottolinea che “non esistono più forze politiche che come un tempo esprimono una visione del mondo” e quindi “che esprimono la loro azione in base a sistemi ideologici”. “Il tramonto delle ideologie forti si è dimostrato nella difficile collocazione” dell’iniziativa politica dei governi passati “secondo categorie politiche tradizionali”.

Conte affronta anche l'”accusa” di essere rappresentante di un governo populista: “Ci prendiamo la responsabilità di affermare che ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini: le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste e antisistema. Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, prendo spunto da riflessioni di Dostoevskij tratte dalle pagine di Puskin, se antisistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni”.

Giustizia. Il neopremier prosegue: “Il cambiamento è in una giustizia rapida ed efficiente e dalla parte dei cittadini, con nuovi strumenti come la class action, l’equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa. Cambia che metteremo fine al business dell’immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà”.

“Il cambiamento è in una giustizia rapida ed efficiente e dalla parte dei cittadini – aggiunge -, con nuovi strumenti come la class action, l’equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa. Aumenteremo fondi, mezzi e dotazioni per garantire la sicurezza in ogni città”.

Lavoro. Sul lavoro, Conte dice: “È ora di dire che i cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, affinché nessuno venga più sfruttato, che hanno diritto a un reddito di cittadinanza e a un reinserimento al lavoro qualora si ritrovino disoccupati, che hanno diritto a una pensione dignitosa”.

Fisco. E sul fisco spiega: “Ci ripromettiamo di introdurre misure rivoluzionarie che conducano a una integrale revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese”. “L’obiettivo è la “flat tax”, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell’imposta, in piena armonia con i principi costituzionali”.

Politica estera. Sulla politica estera, Conte afferma: “Intendiamo ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all’Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d’America quale alleato privilegiato. Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa”.

Conflitto d’interessi. Il premier parla anche del conflitto d’interessi: “Rafforzeremo la normativa attuale in modo da estendere le ipotesi di conflitto fino a ricomprendervi qualsiasi utilità, anche indiretta, che l’agente possa ricavare dalla propria posizione o dalla propria iniziativa. Occorre rafforzare, inoltre, le garanzie e i presidi utili a prevenire l’insorgenza di potenziali conflitti di interesse”.

“Il conflitto di interessi – prosegue Conte – è un tarlo che mina il nostro sistema economico-sociale fin nelle sue radici, e impedisce che il suo sviluppo avvenga nel rispetto della legalità e secondo le regole della libera competizione. Soggetti che sono istituzionalmente investiti dell’obiettivo di perseguire interessi collettivi, e che dovrebbero improntare le loro iniziative a una logica imparziale, in realtà, vengono sovente sorpresi a perseguire il proprio tornaconto personale”.

Migranti. Su migranti e integrazione, il presidente del Consiglio dice: “Non siamo e non saremo mai razzisti. Vogliamo che le procedure mirate all’accertamento dello status di rifugiato siano certe e veloci, anche al fine di garantire più efficacemente i loro diritti. Difendiamo e difenderemo gli immigrati che arrivano regolarmente sul nostro territorio, lavorano e si inseriscono nelle nostre comunità rispettandone le leggi e dando un contributo decisivo allo sviluppo”.

“Ma per garantirne l’indispensabile integrazione – aggiunge – dobbiamo non solo combattere con severa determinazione le forme più odiose di sfruttamento legate al traffico di esseri umani, perpetrate da scafisti privi di scrupoli, ma anche riorganizzare e rendere efficiente il sistema dell’accoglienza, assicurando trasparenza sull’utilizzo dei fondi pubblici ed eliminando ogni forma di infiltrazione della criminalità organizzata”.

Apertura alle opposizioni. Conte apre poi, nel finale del discorso, alle opposizioni: “Personalmente, mi impegno a rispettare le opinioni dissenzienti e le valutazioni contrarie che si leveranno da questi scranni e a veicolare anche all’interno della compagine di governo le posizioni che torneranno utili a offrire maggiore solidità ed efficacia alle azioni del Governo. Saremo disponibili anche a valutare, in corso d’opera, l’apporto di gruppi parlamentari che vorranno condividere il nostro cammino e, se del caso, aderire successivamente al contratto di governo, offrendo un apporto più stabile alla realizzazione del nostro programma”.

L’HUFFPOST

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