Vittorio Feltri: “Le consultazioni al Quirinale sono tempo perso”

 di Vittorio Feltri

I partiti si azzuffano senza combinare nulla. D’ altronde, se scende in campo Di Maio, ovvio che la politica, come le squadre italiane di calcio, non prenda palla. Il governo ce lo sogniamo. Manca in Parlamento un denominatore comune, pertanto è impossibile si stringa una alleanza tra gruppi eterogenei in grado di esprimere una maggioranza.

La Lega e Cinque Stelle sono inconciliabili per i noti motivi, Berlusconi punta a sposarsi col Pd, e non tiene conto che metà centrodestra non ne vuol sapere; altre combinazioni sono inimmaginabili. Basterebbe questo a far capire ai lettori e agli elettori che il Palazzo sta sprecando tempo, illudendosi che si compia un miracolo: un improvviso rinsavimento di senatori e deputati in maniera che qualche accordo – improbabile – sia raggiungibile allo scopo di assicurare all’ Italia lo straccio di un esecutivo. Allo stato siamo in balía di Luigino La Qualunque, il quale per quanto balordo dispone di un ricco 33 per cento di voti che gli permettono di fare la voce grossa e darsi arie di uomo decisivo per le sorti della Nazione.

Vero che il centrodestra, la propria coalizione, vanta una percentuale di suffragi addirittura superiore (37%) che tuttavia non basta per guidare la Patria. Cosicché le consultazioni di Mattarella in corso, mirate velleitariamente a compattare le forze politiche, sono completamente inutili, nel senso che non andranno in porto. Alla fine si sarà trattato di un esercizio formale privo di ogni senso pratico. E il presidente della Repubblica, a malincuore, dovrà rassegnarsi a indire una nuova votazione nella speranza cambi qualcosa. Il che non potrà avvenire se non correggendo radicalmente la legge elettorale in vigore, la più idiota di cui ci siamo dotati nei decenni.

Il problema è garantire la governabilità. Come? Assegnando un premio di maggioranza al partito o alla lista che raggruma il maggior numero di consensi. C’ è da chiedersi se l’ armata brancaleone oggi al comando (si fa per dire) sarà capace di realizzare quanto necessario alla funzionalità delle istituzioni. Ne dubitiamo. Assistiamo alle schermaglie in atto con sfiducia.

LIBERO.IT

 

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