Fca, dal 2022 addio ai motori diesel

teodoro chiarelli
torino

Fiat Chrysler Automobiles ha imboccato la strada che porta inevitabilmente all’abbandono dei motori diesel. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne e presieduto da John Elkann cesserà di equipaggiare le proprie vetture con motori a gasolio a partire dal 2022. Un processo graduale ma ineluttabile. Che ha come corollario un’accelerazione di Fca sul fronte delle motorizzazioni ibride, benzina più elettrico.

 Come spiega il Financial Times che ha anticipato la notizia, il motivo è da attribuire al crollo della domanda e ai costi crescenti per rendere la tecnologia in linea con gli standard delle emissioni imposti dalle più recenti normative a livello europeo e americano.

Il quotidiano finanziario britannico aggiunge che la novità riguarderà tutti i brand, da Jeep a Ram, da Dodge a Chrysler, da Maserati ad Alfa Romeo e Fiat. L’annuncio verrà dato il primo giugno in occasione del nuovo piano industriale e finanziario che Marchionne illustrerà a Balocco. Piano che l’amministratore delegato sta elaborando in questi mesi con i suoi più stretti collaboratori, ma che verrà realizzato da un nuovo manager, visto che l’impegno in Fca di Marchionne si concluderà operativamente il 31 dicembre (resterà in carica fino all’assemblea della primavera del 2019 chiamata ad approvare l’ultimo bilancio a sua firma). Fca, sempre secondo quanto risulta a Ft, ha deciso che continuerà a produrre motori a gasolio per i suoi veicoli commerciali, compresa la gamma di camion pick-up degli Usa, come il Ram 1500.

 

Fca, interpellata da Ft, non ha commentato queste indiscrezioni, ma che il gruppo vada in quella direzione è stato confermato alla Stampa anche da altre autorevoli fonti.

 

Fiat Chrysler, fa notare Ft, è l’ultimo costruttore auto che si appresta a dire addio ai propulsori a gasolio, dopo che Toyota, lo scorso anno aveva specificato che probabilmente non avrebbe lanciato un altro modello con un motore diesel. La settimana scorsa anche Volkswagen ha annunciato che avrebbe abbandonato la tecnologia dalla sua gamma.

 

Fca è stata l’unica grande casa automobilistica in Europa, lo scorso anno, a vedere aumentare la propria quota di vendite di auto a gasolio, in parte a causa della sua esposizione al mercato italiano, dove la domanda per questa tipologia di carburante è ancora forte. Il 40,6% delle auto vendute da Fca in Europa nel 2017 erano diesel (fonte Jato Dynamics), in leggero aumento rispetto al 40,4% del 2016. In Europa le vendite di diesel lo scorso anno sono scese al 43%, in Italia invece le vetture a gasolio pesano ancora il per il 56% del totale.

 

Fino a poco tempo fa il diesel era il carburante più diffuso in Europa. Per anni, i governi e le case automobilistiche hanno promosso il diesel per ridurre le emissioni di CO2 rispetto alla benzina. Poi lo scandalo dieselgate ha cambiato tutto. Le rivelazioni del 2015 secondo cui Volkswagen ha montato 11 milioni di motori a livello globale con un software progettato per ingannare i regolatori sui livelli di inquinamento ha scatenato una reazione politica trasversale e i governi europei hanno iniziato a tagliare gli incentivi per questo tipo di carburante.

 

Il gasolio ha perso quote di mercato (nel 2017 in Europa la “fetta” è scesa al 43,8%, con una perdita secca sul 2016 dell’8%) di pari passo con l’ampliarsi del fronte politico che preme per un divieto al suo utilizzo. Secondo stime del settore, il costo per lo sviluppo di motori diesel conformi alle nuove norme europee sarebbe maggiore del 20% rispetto al passato, rendendo le auto a gasolio non più economicamente convenienti. Allo stesso tempo, diminuiscono i costi delle componenti elettriche (soprattutto le batterie), rendendo più accessibili le vetture ibride. In attesa di una diffusione su grande scala delle auto elettriche.

LA STAMPA

 

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