La violenza piomba sul Meeting multietnico. Parolin sferza i cattolici

nostro inviato a Rimini

Ieri per uno scherzo dell’impaginazione, il sito di Repubblica riportava le due notizie vicine.

Sopra «Rimini, violentata in spiaggia da quattro uomini davanti al marito». Sotto «Vaticano: Violenza inaccettabile». Passaggio chiave dell’intervento del segretario di stato della Santa Sede Pietro Parolin al Meeting di Rimini. La violenza non è quella terribile e disperata del Bagno 130, ma quella di piazza Indipendenza a Roma dove si erano accampati gli ex occupanti di un palazzo sgombrato, dispersi dalla polizia. Ieri, diversi giornalisti sono piombati al Meeting solo per strappare una dichiarazione segretario di Stato vaticano contro la polizia. La Chiesa cerca di smarcarsi dalla lotta politica italiana e di ricordare che il suo messaggio è per il dialogo, investe tutto il pianeta e non è spendibile nelle beghe politiche domestiche. Sfida difficile.

Ma ieri era difficile anche fare passare anche il messaggio di fratellanza verso gli immigrati a Rimini. Proprio mentre i media locali riportavano la notizia dello stupro di gruppo, il segretario di stato metteva in guardia i cattolici. Giusto mettere l’accento sulla sicurezza. «Una parte del dibattito politico si è concentrata su come difenderci dal migranti. Per il potere politico è doveroso mettere a punto schermi alternativi a una immigrazione massiccia e incontrollata». Allo stesso modo è «doveroso» evitare «disordini e infiltrazioni di violenti e disagi per chi accoglie».

In ogni caso «anche noi cristiani continuiamo a ragionare secondo una visione che è antropologicamente e teologicamente drammatica, che passa da un loro, come non noi e un noi come non loro». Ma «non dimentichiamo che queste donne e questi bambini sono in questo istante nostri fratelli». L’unica «divisione netta» per la Chiesa è tra chi riconosce questo principio e chi no. Sfida impegnativa per i cattolici e, ancora di più per quelli di Rimini. Cittadina civile e accogliente, che negli ultimi tempi si trova a fare i conti con una nuova criminalità, sempre più violenta e sfacciata.

Il tema dell’immigrazione è stato il leit motiv del Meeting 2017. Numerose le iniziative per fare passare l’idea di una fede multietnica. L’integrazione e anche il dialogo con le altre religioni. Scelta del vertice Cl che il popolo del Meeting ha accettato a metà. Fortemente critici verso lo ius soli, ad esempio. Meglio se «temperato», oppure cittadinanza solo a chi conclude un ciclo di studi in Italia, era l’opinione prevalente. Nessuna tolleranza, invece, verso chi viola le regole. Su questo sono tutti d’accordo. Ma questo non basta, nemmeno al popolo del Meeting più multietnico di sempre.

IL GIORNALE

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