L’ossessione dell’America bianca verso l’ex presidente nero

di VITTORIO ZUCCONI

Si chiama Barack Obama l’ossessione di Donald Trump. Con l’abbandono degli accordi di Parigi sulla limitazione dei danni al clima e all’atmosfera del nostro pianeta, decisione che lo affianca a sole due altre nazioni, il Nicaragua e la Siria, Trump ha inferto un’altra violenta picconata all’eredità politica del suo predecessore.

Un pezzo dopo l’altro, dalla riforma della Assicurazione Sanitaria, che aveva aggiunto più di 20 milioni di americani al numero dei cittadini con copertura sanitaria, all’intenzione di eliminare le leggi di sorveglianza finanziaria varate in fretta dopo la catastrofe del 2008 fino a questo ritiro da accordi, ancora molto simbolici ma solenni, sui combustibili fossili, la preoccupazione dominante di Trump è cancellare Obama. Demolire, come dice il suo sinistro consigliere Steve Bannone, l’edificio istitizionale costruiti in otto anni da un Presidente eletto e rieletto a grande maggioranza – a differenza di Trump – e sulle rovine erigere l’edificio del Trumpismo.

È come se l’America che ha votato Trump e che lui rappresenta volesse cancellare quella “macchia nera”, qegli otto anni dominati da un uomo, e da una donna,la First Lady Michelle, subiti e vissuti come un’usurpazione del diritto inalienabile dei bianchi a controllare la macchina dello governo federale.

C’è troppo accanimento,nella furia trumpista di cancellare l’ombra di Obama che lo ossessiona anche da ex presidente con la sua popolarità, per spiegare le azioni, e le esplosioni di tweet, con i soli programmi politici e le promesse elettorali. Trump non ha creato nulla,finora, neppure quel completamento del Muro che aveva garantito, ha rovesciato tutte le posizioni prese, in politica interna e internazionale, che da decenni, e anche con Obama, avevano guidato l’America nel mondo, affiancandosi alla strategia di Putin anche nel confronto con la “nemica” Angela Merkel.

La finzione del rifare l’America Grande si rivela per quello che è sempre stata: rifare l’America Bianca e cancellare l’onta di quel Presidente che per anni proprio Trump accusò di essere un falsario immigrato e non americano. Per ora, la sua Grande America è soltanto una Non America, consumata dall’odio e dal risentimento.

REP.IT

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