Alla Triennale di Milano torna il Festival dei Diritti Umani

chiara baldi

Torna per il secondo anno il Festival dei diritti umani, dal 2 al 7 maggio alla Triennale di Milano (qui il programma). Tanti gli ospiti internazionali: da Padre Solalinde, il prete messicano che dà accoglienza ai rifugiati e ora candidato al premio Nobel per la Pace, a Assa Traorè, la sorella del giovane Adama. Ma anche moltissimi giornalisti italiani. Quest’anno, infatti, la kermesse sarà dedicata alla libertà d’espressione. Tre le première italiane che verranno proiettate: Comboio de sal e açúcar – The train of salt and sugar di Licínio Azevedo (3 maggio); Free to run di Pierre Morath (5 maggio); Soy nero di Rafi Pitts (6 maggio).

 Organizzata da Reset-Diritti Umani con il patrocinio della Presidenza della Camera dei deputati, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della Città Metropolitana di Milano, del Comune di Milano, dell’Ordine degli Avvocati di Milano e di Amnesty International, il festival prevede incontri con gli studenti, organizzati con la collaborazione del Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti (Cidi), proiezioni di documentari selezionati da Sole Luna Doc Film Festival, e una selezione di lungometraggi scelti da Vanessa Tonnini, programmer e direttrice artistica del Festival Rendez-Vous, dedicato al nuovo cinema francese. E, ancora, mostre, convegni, dibattiti e dialoghi con intellettuali e studiosi italiani e internazionali.

 

Tra i film proiettati, quello di Ivan Cotroneo Un bacio, che aprirà il dibattito sul bullismo tenuto dal regista, dall direttore del dipartimento Materno-Infantile -S.C. Pediatria FBF Luca Bernardo e dalla senatrice Elena Ferrara. Il 3 maggio, poi, nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale per la libertà di stampa, verrà mandato Fortapàsc di Marco Risi. Ne parleranno Arzu Geybulla giornalista azera, Paolo Borrometi giornalista minacciato dalla mafia, Luka Zanoni direttore Osservatorio Balcani-Caucaso. In un’altra sala saranno proiettate le video-inchieste di Giorgio Fornoni, Intervista a Anna Politkovskaja e Il calvario ceceno, con interventi dei giornalisti Giorgio Fornoni, Amalia De Simone, Andrea Riscassi, Laura Silvia Battaglia, Lorenzo Frigerio e Michele Albanese.

 

Nella stessa giornata verrà inaugurata la mostra Dall’ultimo fronte. L’Ucraina di Andy Rocchelli e Andrej Mironov delle ultime foto del fotogravo italiano ucciso a maggio 2014 insieme a Mironov mentre documentavano la guerra in Ucraina. In un dibattito pomeridiano dal titolo “Giornalismo a libertà vigilata” parteciperanno i giornalisti Ferruccio de Bortoli e Ahmet Insel.

 

Per la sezione Book interverranno sui Diritti umani e petrolio. Il caso Azerbaijan Arzu Geybulla giornalista azera e Elena Gerebizza di Re:Common – associazione curatrice del graphic novel L’alleato azero. Il 4 maggio si apre con il dibattito sullo hate speech e di come si possono combattere gli stereotipi: verranno proiettati i film #MyEscape di Elke Sasse e Nuovo Alfabeto Umano di Alessandro Mian e Alessandro Cattaneo. Un occhio poi anche all’America con Era Obama. Adesso è Trump con Mario Del Pero, autore di Era Obama: Dalla speranza del cambiamento all’elezione di Trump.

 

Un altro tema fondamentale sarà quello dell’arte, con una videointervista esclusiva a Ai Weiwei sulla libertà d’espressione nel campo dell’arte. Infine, criminalità e corruzione, argomento che verrà sviluppato da Padre Alejandro Solalinde, sacerdote messicano minacciato dai narcos e Francesco Greco, Procuratore capo di Milano. Padre Alejandro Solalinde, candidato al Nobel per la Pace 2017, è stato ripetutamente minacciato di morte, anche recentemente per essersi schierato con la giornalista Miroslava Breach, uccisa pochi giorni fa in Messico. Nel suo libro che uscirà il 4 maggio, I narcos mi vogliono morto. Messico, un prete contro i trafficanti di uomini padre Solalinde si racconta anche come difensore dei migranti respinti da Trump.

LA STAMPA

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