Di Battista e la politica estera del M5s di governo: né con Putin né con Trump

ROMA – La politica estera del Movimento cinque stelle di governo è costituita di 10 punti e si riassume sostanzialmente in poche ma ferme convinzioni: né con Putin né con Trump, Italia via dall’Afghanistan e quanto alla Ue, puntare sulla sovranità perché l’Unione si sta sfaldando da sola. Parola di Alessandro Di Battista, che in una conferenza stampa alla Camera ha illustrato il programma di politica estera pentastellato assieme ai deputati Maria Edera Spadoni, Manlio Di Stefano e Stefano Lucidi.

Diritti umani. Al primo posto per i penta stellati ci sono i diritti umani, coperti troppo spesso da un comportamento ‘ipocrita’. Quanto alla Russia, “le sanzioni sono sbagliate: non colpiscono Putin, come in Siria non colpiscono Assad: danneggiano soltanto la nostra economia”. Aggiungendo che “con gli Stati Uniti siamo schiacciati su un asse di riconoscenza da 70 anni, che ci penalizza”.  Anche perché in una Europa che sta cadendo a pezzi, “è necessario occuparsi di possibili alternative ma anche di soluzioni per restare nell’Eurozona”

Sovranità. Le linee programmatiche del M5s fondate, rivendica Di Battista, sul concetto di “sovranità” riecheggiano il sogno di una sorta di “terzismo” europeo. Multilateralismo, cooperazione internazionale, rifiuto della guerra e delle missioni militare ad eccezione delle truppe di interposizione Onu. Tradotto in termini di missioni italiane all’estero: Libano sì, Afghanistan no. “Ritireremo le truppe quando saremo al governo”, ribadisce Di Battista. “La più grande rivoluzione in politica estera – sostiene Fi Stefano – oggi è osservare in modo pedissequo e preciso la carta delle Nazioni Unite”. Netto anche il messaggio sui diritti umani, da non difendere “a giorni alterni”: ne deriva una dura presa di posizione, in netta discontinuità con la trasdizionale linea soft delle cancellerie occidentali, sull’Arabia Saudita “che – ricorda Spadoni – sta bombardando lo Yemen da due anni”.

Il ripudio della guerra. Nel documento in dieci punti che riassume le posizioni del movimento, è al secondo posto dopo la sovranità “Iraq, Somalia, ex Jugoslavia, Afghanistan, Iraq bis, Libia, Ucraina, Siria. L’elenco dei Paesi distrutti dall’unilateralismo occidentale potrebbe essere molto più lungo”, si legge. “E’ avvilente – spiega Di Battista –  che per qualcuno parlare di pace, disarmo, rispetto dell’articolo 11 della costituzione, sia utopia. Come se potessero governare solo quelli che parlano di guerre, di interventi armati e prove muscolari”.

Autodeterminazione dei popoli. Dal parlamentare arriva poi un appello: “siamo sempre stati considerati quasi una meteora, invece siamo più forti che mai, prendete sul serio il nostro programma. Non siamo populisti, crediamo nella autodeterminazione dei popoli, nella pace e nel disarmo”.

Nord Corea. Una volta al governo “il M5S promuoverà un dialogo sempre più forte con Usa, Russia e Cina. Non siamo né filo Putin né filo Trump. Vogliamo costruire relazioni forti con gli Usa, ma questo non vuol dire essere sudditi”. Ovvero, “noi pensiamo che la soluzione per la Nord Corea è interpellare anche la Cina e trovare un dialogo. Siamo sull’orlo o no di quella Terza guerra mondiale a pezzetti di cui ha parlato papa Francesco? Sì”.

Nato. Da qui discende anche la richiesta di una “riforma” della Nato, i cui contorni non sono troppo definiti. “Rivedere le modalità di ingaggio, le modalità di interlocuzione, renderle più moderne, per permettere a una Nato migliore di poter affrontare in maniera concreta e moderna le realtà geopolitiche degli ultimi tempi”, è la spiegazione di Lucidi. Nel documento programmatico, si annuncia un preavviso di sfratto per i bombardieri atomici statunitensi e per le navi russe in acque italiane. “Consideriamo, inoltre, il nostro territorio indisponibile per il deposito e il transito di armi nucleari”, si legge nel documento, dove si parla anche di abolizione del veto dei cinque paesi nel Consiglio di Sicurezza Onu e della fine della Troika che viene definita come uno ‘strumento di strozzinaggio’.

Ue ed euro. Quanto all’unione europea, “si sta smantellando da sola” a giudizio di Di Battista, dal momento che “nessun leader europeo ha il coraggio di prendere posizione rispetto alla bomba più grande dopo Hiroshima e Nagasaki” sganciata dagli Usa la scorsa settimana in Afghanistan.

E l’Onu?. “La domanda che ci facciamo tutti è: che fine hanno fatto le Nazioni Unite, quest’organizzazione fantasma superata regolarmente da coloro che hanno il grilletto facile? E che fine ha fatto l’Unione Europea? “M5s vuole senz’altro un’Unione Europea estremamente forte, ma per noi Unione Europea non coincide per forza con Unione Monetaria. Perché oggi è avvilente vedere come la Ue si sia schiacciata su posizioni filo-americane. Il Movimento 5 Stelle – ha sottolineato il parlamentare – vuole costruire relazioni politiche ed economiche ancora più forti con gli Usa, ma essere alleati non vuol dire essere sudditi”.

Secondo l’esponente pentastellato “occorre sicuramente un cambio di direzione da quella che è stata seguita dagli attori geopolitici che sono stati finora in campo. Una vera e propria “inversione di tutte quelle che sono state le politiche a partire dalla nostra posizione all’interno della Nato”. Ma Lucidi precisa: “non significa necessariamente uscire in maniera burrascosa ma ridiscutere le alleanze e la costruzione del trattato stesso. Ovvero uscire da questo tipo di Europa e questo tipo di euro”

Il Movimento 5 Stelle, inoltre, rivendica il no alle sanzioni alla Russia e accusa: “Non parliamo con i Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, ndr) che rappresentano cinque miliardi su sette totali della popolazione mondiale”.

Il rovesciamento di Gheddafi e gli immigrati. “Guardando gli ultimi anni di storia, alcuni regimi – supportati anche dall’Italia – sono poi stati rovesciati con le armi e si vedono i risultati: quando intervengono le bombe straniere, le condizioni successive sono peggiori delle precedenti”, ha sottolineato Di Battista, spiegando la sua affermazione secondo cui con il rovesciamento di Gheddafi in Libia sono aumentati i flussi migratori.

Terrorismo. Anche sul terrorismo “serve una cooperazione reale delle intelligence, c’è il problema di come farle cooperare senza violazioni reciproche, ma la russia è un partner in questo campo”. In definitiva, sula politica estera il programma illustrato oggi sembra collocare la creatura di Beppe Grillo in una scelta di netta discontinuità rispetto alla tradizione di rigida fedeltà atlantista dell’Italia.

Trattati internazionali. Tra le priorità espresse dagli iscritti che hanno votato i 10 punti del programma estero, tuttavia, sono le questioni economiche quelle che interessano di più: contrasto ai trattati internazionali come TTIP e CETA; sovranità e indipendenza; no all’austerità. Non rientra però l’euro tra gli argomenti del programma esteri, nonostante l’avvio del dibattito in rete sia stato proprio propiziato dal contributo del prof Gennaro Zezza sull’introduzione della moneta fiscale: “Ne parlano i colleghi della commissione Finanze” tagliano corto i 5 Stelle.

Fino a che punto questa petizione di principio sia in concreto realizzabile, sarà misurabile solo nell’eventualità che i 5 Stelle abbiano in futuro un effettivo ruolo di governo.

REP.IT

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