Treno ostaggio di 60 vandali minorenni: viaggio da incubo sul regionale Savona-Torino

Il viaggio di ritorno dal mare si è trasformato in un incubo per i 300 passeggeri del treno Ventimiglia-Torino (numero 10138), partito dalla cittadina ligure la domenica di Pasqua alle 15.30 e arrivato a Torino Porta Nuova con un ritardo superiore ai 90 minuti. Presunte molestie, aggressioni. Su quel che è avvenuto all’interno dell’ultima carrozza del regionale è ancora mistero. Quel che è certo, è che un intero pezzo di treno è stato occupato da una sessantina di ragazzi, molti dei quali di origine nordafricana, che non hanno pagato il biglietto e che hanno scatenato il panico tra i viaggiatori, obbligando il capotreno a fermare il convoglio ferroviario a Cengio (Savona), dove sono intervenuti i carabinieri.

Identificati quattro ragazzi

La Polfer di Torino, che indaga sugli atti di vandalismo, ha identificato, alla banchina di arrivo di Porta Nuova, quattro ragazzi: un italiano maggiorenne e tre minorenni marocchini di 15 e 16 anni, che sono stati affidati alle rispettive famiglie dopo alcuni accertamenti. La squadra di polizia giudiziaria compartimentale sta vagliando i filmati delle telecamere presenti nelle stazioni di Torino Porta Nuova e Torino Lingotto.

A Finale Ligure

Tutto è iniziato verso le 16.30, dopo che il gruppo di adolescenti è salito Finale ligure dopo aver trascorso la giornata sulla spiaggia. Racconta uno dei passeggeri, Mauro Somà, 53 anni di Centallo, professore in un liceo classico di Cuneo: «Il viaggio è stato tranquillo fino a San Giuseppe, poi, vicino alla stazione, il capotreno dall’altoparlante ha fatto un annuncio strano. Ha chiesto se per caso tra i passeggeri c’era un rappresentante delle forze dell’ordine».

L’allarme è nato perché da quella carrozza invasa dai ragazzini, sono partite grida prolungate. Due giovani avrebbero avvisato direttamente il capotreno dicendogli: «Stanno molestando una ragazza». Una coppia di anziani, pochi minuti dopo, avrebbe telefonato ai carabinieri segnalando la stessa situazione. Alla fine, sarebbero stati due i casi di presunte molestie , per i quali sono intervenuti i carabinieri di Cengio. Hanno accompagnato due ragazze della comitiva, di 15 e 16 anni, in caserma per sentire la loro versione dei fatti. Alla fine, entrambe le minorenni, che erano probabilmente sotto effetto o di alcol o di sostanze stupefacenti, hanno affermato davanti ai militari di non essere state oggetto di aggressioni sul treno. «Stavamo solo scherzando», avrebbero detto. Sono state riportate a casa dai rispettivi genitori, chiamati dai carabinieri di Cengio. Sulla questione dei biglietti non pagati, i carabinieri spiegano che la chiamata al 112 era stata fatta per due presunti casi di molestie sessuali, non per una questione di sicurezza relativa a persone che non volevano scendere dalla carrozza.

Fino a Torino

Il treno, da Cengio, è ripartito soltanto dopo un’ora e mezza. E, nonostante fossero senza biglietto, i 50 minorenni sono rimasti a bordo fino a Porta Nuova. Giusto il tempo, forse, per devastare i sedili della carrozza, che sono stati trovati squarciati dal personale di Trenitalia. A Torino, quando il treno si è fermato, la banda di vandali è fuggita correndo sui binari. La circolazione ferroviaria è stata interrotta per venti minuti per problemi di sicurezza. La Polfer di Torino, che ha provato a fermare alcuni giovani, ha aperto un’indagine sull’accaduto. Denuncia il professore di Cuneo: «Quei ragazzi erano stati già segnalati la mattina di domenica, in viaggio verso il mare, e quindi le forze dell’ordine già sapevano che sarebbero risaliti a Finale Ligure per fare ritorno a Torino. Perché nessuno li ha fermati, perché nessuno ha predisposto un filtro?». «A causa dello stop a Cengio – prosegue il testimone – ci sono stati disagi vari, due risse sfiorate, neonati che piangevano, un anziano che aveva bisogno di fare un’iniezione di insulina e non poteva». Il capotreno, secondo alcune testimonianze, quando il convoglio era fermo, avrebbe ordinato ai minorenni senza biglietto di scendere, ma nessuno gli avrebbe obbedito. L’uomo avrebbe allora chiesto ai carabinieri di aiutarlo ad allontanare i ragazzini. Ma i rappresentanti delle forze dell’ordine avrebbero risposto al capotreno: «La questione non è di nostra competenza».

CORRIERE.IT

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