Operazione London Bridge I piani per la morte di Elisabetta

Theresa May, primo ministro britannico, verrà svegliata e un funzionario su una linea telefonica riservata pronuncerà le parole: «London Bridge is down», il ponte di Londra è caduto. È il segnale in codice: la regina Elisabetta è morta.

Dagli anni Sessanta

Da quel momento scatta l’operazione segreta predisposta per il decesso della sovrana: un piano la cui elaborazione è cominciata già negli anni Sessanta e che è stato via via aggiornato. The Guardian, il quotidiano britannico, ha provato a ricostruirlo momento per momento, utilizzando quello che si sa e quello che si può immaginare. Non è detto che tutto andrà esattamente così, ma la sequenza degli eventi è più che verosimile.

La stampa

Dal Centro di risposta globale del Foreign Office, ossia l’unità di crisi del ministero degli Esteri britannico, partirà un messaggio per i governi del Commonwealth di cui la regina è capo di Stato. Poi saranno informati ambasciatori e primi ministri stranieri. Infine toccherà al resto del mondo essere messo al corrente. In passato la Bbc aveva avuto il monopolio della notizia, ora ci sarà un flash della Press Association, l’agenzia di stampa britannica. Nello stesso istante, un inserviente uscirà da una porta di Buckingham Palace, attraverserà il cortile e affiggerà sul cancello un avviso listato a lutto. Contemporaneamente, il sito web reale si trasformerà in un’unica pagina con quello stesso avviso su uno sfondo nero.

 

Musica e notizie

Le persone che magari staranno andando in macchina al lavoro ascoltando la radio noteranno qualcosa di insolito: le emittenti cominceranno a trasmettere musica inoffensiva prima di dare rapidamente la linea alle news. In televisione i programmi verranno interrotti e Bbc 1, 2 e 4 riprenderanno con il notiziario a reti unificate: i giornalisti indosseranno abiti neri e cravatte nere. Radio 4 e Radio 5 faranno partire l’annuncio delle ore drammatiche: «Questa è la Bbc da Londra».

Le cannonate

Data la notizia, bisognerà occuparsi dei funerali e della successione al trono. A supervisionare i primi ci sarà il 18esimo duca di Norfolk: la sua famiglia sovrintende alle esequie reali dal 1672. Alle 11 del mattino del giorno seguente la morte di Elisabetta, Carlo sarà proclamato re a St. James’s Palace, la sua residenza. Di lì gli araldi raggiungeranno la statua di Carlo I a Trafalgar Square, considerato il centro di Londra, e annunceranno la notizia al popolo. Quarantuno salve di cannone risuoneranno da Hyde Park.

Il nodo Camilla

Ci sarà da dirimere la questione Camilla, la moglie di Carlo sposata dopo la morte di Diana: ufficialmente ora il suo titolo è Principessa consorte, ma ci sono pochi dubbi che sarà proclamata regina. Il nuovo sovrano dovrebbe presentarla come tale il giorno stesso della sua accessione al trono. Il quarto giorno dopo la morte, il feretro di Elisabetta verrà portato in processione da Buckingham Palace a Westminster, dove riceverà l’omaggio dei sudditi per quattro giorni. Il nono giorno si svolgeranno i funerali, nell’abbazia di Westminster: sarà la prima volta per un sovrano britannico dal 1760.

L’ultimo atto

Quando alle 11 del mattino il feretro raggiungerà le porte della chiesa, il Paese si fermerà in silenzio. Le stazioni dei treni cesseranno gli annunci, gli autobus si accosteranno al ciglio della strada. Al termine del servizio religioso, la bara sarà caricata su un affusto di cannone e la processione percorrerà i 40 chilometri verso il castello di Windsor. Quando Elisabetta sarà giunta alla sua ultima destinazione terrena, i cancelli verranno chiusi e l’accesso alle televisioni sarà interdetto. Nella cappella, Carlo lascerà cadere sul feretro una manciata di terra da una coppa d’argento. E tutto sarà finito.

CORRIERE.IT

 

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