Sanremo, Conti si difende sul cachet Salvini all’attacco: «È uno schifo»

di Renato Franco

«Un attacco personale, gratuito, senza sapere che il Festival produce ricchezza e che ci sono molti modi per aiutare chi è in emergenza». Carlo Conti risponde così alle critiche — sfociate troppo spesso negli insulti — sul suo compenso per Sanremo (c’è chi ha parlato di 650 mila euro). Intervistato da Chi, il conduttore spiega: «Ho sempre fatto beneficenza senza dirlo, e al Festival si parlerà anche di sociale, come ho sempre fatto». Sui social media c’era chi faceva notare che «milioni di persone vivono nella soglia della povertà», che «la turbina in Abruzzo era in officina rotta perché non c’erano circa 20 mila euro per aggiustarla», che quel compenso è «un insulto alla miseria». Riprende Conti: «Mi dispiace molto. Comprendo il sentimento che parte da un disagio che c’è nella società ma bisognerebbe sapere i fatti. Non perché un giornale fa un titolo e scrive una cifra allora è quella giusta e viene cavalcata in maniera populistica».

L’attacco di Salvini: «È una cosa indegna»

Appena finito di pronunciare l’aggettivo «populistico» arriva Salvini, che smessi i doposci, entra con la ruspa: «Lo stipendio di Carlo Conti è una cosa assolutamente indegna. Sono uno schifo questi 650 mila euro — dice il leader della Lega Nord a La Zanzara su Radio 24 —. In questo momento è uno schiaffo in faccia a tanta gente. La Rai dice che guadagna 6 milioni con Sanremo e dovrebbe darli ai terremotati mettendoli sul conto della Protezione Civile. Poi, per gli stipendi degli artisti ci vorrebbe un tetto. E due reti Rai vanno privatizzate, vanno messe sul mercato».

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«Negli ultimi anni il Festival ha prodotto ricchezza per la Rai»

Il conduttore, questa volta su Oggi, ha parlato anche del suo impegno silenzioso che è costretto a far diventare «rumoroso»: «È più bello aiutare gli altri senza farlo sapere, senza sbandierarlo per farsi belli. Avevo già programmato di destinare una somma importante alle popolazioni colpite dal terremoto e volevo tenerlo per me, ma purtroppo queste polemiche assurde mi costringono a renderlo pubblico». Quello di cui Conti si dice dispiaciuto è «l’attacco personale, gratuito, senza sapere le cifre — qui ancora su Chi — senza sapere che negli ultimi due anni il Festival ha prodotto ricchezza per la Rai, senza sapere che molti programmi si ripagano con la pubblicità non attingendo minimamente al canone anzi portando utili importanti». E chi ha visto i suoi due precedenti Sanremo «sa che c’è stato tanto sociale, tante riflessioni che abbiamo lanciato, dalla musica di Ezio Bosso alla famiglia più numerosa d’Italia o al racconto di un detenuto. Anche quest’anno ci saranno tanti riferimenti al mondo reale, ci sarà uno spazio ancora più grande perché sono successe tante cose e il Festival deve avere questa vocazione non partitica ma politica e sociale».

«Crozza è un fuoriclasse, nessuna censura»

Conti aveva anche parlato della «copertina» che Crozza proporrà all’interno del Festival di Sanremo: «Non ci sono freni, non c’è censura, non c’è mai stata. Sono stato io a proporgliela e, svelo un segreto, glielo avevo già chiesto l’anno scorso perché mi piaceva avere una confezione comica di quel tipo (che al Festival non c’è mai stata) e la copertina è il marchio di questo fuoriclasse».

CORRIERE.IT

 

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