È stata tua la colpa

Mattia Feltri

Tele Radio Amatrice, che da cinque mesi trasmette dal salotto del sindaco Sergio Pirozzi, chiude per tre giorni. Pirozzi protesta con alcuni concittadini troppo preoccupati per i loro beni, e poco per il bene di tutti. Hanno perso di vista quello che è realmente successo, ha detto, e quando si ragiona così le comunità muoiono. Se il sindaco, dopo pubbliche e robuste denunce di ritardi e inefficienze, critica i paesani e minaccia di dimettersi, avrà delle ragioni che è giusto non dettagliare qui: gli amatriciani hanno vissuto e vivono un dolore e un lutto e una precarietà a cui ci si accosta a bocca chiusa, e non pensiamo certo di fargli il processo sul giornale. Piuttosto non capitava da un po’ che un politico strapazzasse gli elettori, ricordandogli che la prosperità di un gruppo è affare di tutti, nessuno ne è irresponsabile, e la politica porta gravi mancanze ma spesso è un comodo capro espiatorio.

Lo aveva già detto John F. Kennedy: «Non chiederti che cosa il tuo Paese può fare per te, chiediti che cosa puoi fare tu per il tuo Paese». È una delle massime più citate e disattese della storia dell’umanità, perlomeno qui in Italia. Il populismo, non quello di un partito o dell’altro, ma quello coccolato nei nostri migliori alibi, è anche dare la colpa a un altro per quello che avremmo potuto fare noi. Così, se a qualcuno nei prossimi tempi venisse in testa di fare la rivoluzione, speriamo si ricordi che in molti hanno già preteso di cambiare il mondo limitandosi a cambiare gli altri.
LA STAMPA
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